Sto leggendo The Age of Surveillance Capitalism: The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power di Shoshana Zuboff, accademica e scrittrice statunitense. È un testo fondamentale per tutti, necessario per chi basa parte della sua attività (lavorativa, personale, ecc) sulla rete, obbligatorio per chiunque abbia un profilo social attivo. Tra i mille spunti, l’altro giorno è tornato su Facebook il post circolare nel quale qualcuno (evidentemente poco esperto) “Non autorizza Facebook/Meta” all’uso dei suoi dati. Li abbiamo sfottutti con ardore, a cominciare da me. Poi la sera apro il libro e leggo (traduzione Google con correzioni):
Tre ricercatori dell’università del Maryland “hanno sviluppato un metodo che si basa su analisi sofisticate e intelligenza artificiale per prevedere con precisione la personalità di un utente dalle informazioni pubblicamente disponibili nel suo profilo Facebook. Nel corso di questa ricerca, il team è arrivato ad apprezzare la magia del surplus comportamentale, scoprendo, ad esempio, che la divulgazione da parte di una persona di informazioni personali specifiche come la religione o l’affiliazione politica contribuisce meno a una solida analisi della personalità rispetto al fatto che l’individuo è disposto a condividere tali informazioni in primo luogo*. Questa intuizione ha svelato un nuovo genere di potenti metriche comportamentali. Invece di analizzare il contenuto degli elenchi di utenti, come i programmi TV preferiti, le attività e la musica, hanno appreso che semplici “meta-dati” – come la quantità di informazioni condivise – “si sono rivelati molto più utili e predittivi del dati grezzi originali”. I calcoli prodotti sulla base di queste metriche comportamentali, quando combinati con l’analisi linguistica automatizzata e le statistiche interne di Facebook, hanno portato il team di ricerca a concludere che “possiamo prevedere il punteggio di un utente per un tratto della personalità entro poco più di un decimo del suo valore attuale.”
* idem per la quantità di post, la frequenza, i commenti, le reazioni ai commenti – insomma tutto.
Non aggiungo altro, se non che il libro è disponibile anche in italiano e ampiamente rintracciabile in rete.