Tra le notizie di questi giorni ce n’è una che mi ha colpito molto, probabilmente perché a volte sono una persona ingenua. Eppure non mi capacito. Quando qualche anno fa Giorgia Meloni è emersa sulla scena del centro-destra mi è sembrata una buona notizia: una donna, giovane, con uno sguardo sul mondo ben diverso da quello che all’epoca dominava la destra italiana, cioè Berlusconi. E ogni volta che guardo i sondaggi mi felicito che FdI abbia il 19% e lui meno del 9%. Mi piacciono le idee della Meloni o la sua idea di futuro? Assolutamente no. Però siamo in democrazia, ci deve essere una destra, e tra tutte le destre presenti in Italia la sua mi sembrava la meno peggio – pessima ma meno di altre.
Quando ieri il centrodestra unito ha implorato Silvio di sciogliere la riserva e candidarsi come presidente ho avuto un piccolo colpo al cuore. E ancora non capisco perché Giorgia abbia deciso di legare il suo partito a una figura del genere. L’unica spiegazione mi sembra che nel centrodestra non ci sia nessun altro che abbia una chance. Però non basta.
L’alternativa mi terrorizza, ma più ci penso più mi tremano le ginocchia, e più mi pare vera. Quando Trump fu eletto presidente ho subito pensato a Silvio: stesso stile, stessa visione del mondo, stessa scarsa propensione alla verità. E le notizie dagli USA dicono che oggi l’intero partito repubblicano è allineato su posizioni trumpiste. Potrebbe essere un tentativo di trumpismo all’italiana, con un presidente (che qui ha meno potere ma ne ha) che agevola, ostacola, ignora le procedure, utilizza dei cavilli per scavalcare il parlamento e consentire a un/a presidente del consiglio di implementare leggi atroci (come cancellare il diritto all’aborto)? Una prospettiva terrificante, ma non del tutto improbabile.