C’è un aspetto della nozione di Body Shaming (cioè sfottere/insultare qualcuno per delle caratteristiche fisiche) che non mi torna. Naturalmente sono contrario al Body Shaming, mi sembra una cosa spregevole e provo sempre grande dolore per chi lo subisce. Sempre tranne in un caso, che mi lascia perplesso. Vivo in un mondo che premia la bellezza, talvolta smisuratamente. Ricordo molte persone totalmente inette diventate famose solo perché piacevoli allo sguardo: gente imbranata, stonata come campane, incapace di spiccicare due parole in fila, talvolta ai limiti dell’idiozia – ma con bicipiti scultorei, culi antigravitazionali, zinne fotoniche. Questo fenomeno non mi piace ma ci convivo da molti anni e mi sono abituato. Poi ogni tanto qualcuno di questi personaggi famosi, per qualche ragione (di solito perché prende peso o perde il tono muscolare), viene fatto oggetto di Body Shaming. Che rimane una cosa orrenda (oltretutto indice di scarsa fantasia) ma pone una domanda. Se un attore è un cane si può fare l’Acting Shaming: si chiama critica cinematografica. Se un calciatore sbaglia si può fare il Football Shaming e dargli della pippa: si chiama giornalismo sportivo. Se il quinto album di una band è inascoltabile è lecito farglielo sapere, anche a mezzo stampa. Ecco: se l’unico motivo per cui prosperi è che c’hai due pere galattiche e il tuo culo fa scalpore, ma non sai fare niente di niente di un cazzo di niente, quando ti smotta la puppa è lecito comunicarti che la tua brillante carriera di portatrice di mammelle volge al termine. Magari con eleganza ma non vedo perché no.