Devo dire che sono piuttosto sorpreso per il fracasso mediatico generato dalla scoperta che forse, pare, gli affari di Chiara Ferragni non fossero completamente limpidi e la sua beneficienza non corrispondesse a quanto da lei dichiarato. Nel chiasso dei colpevolisti, degli innocentisti, degli assolvitori tipo Fazio e dei carnefici come l’Espresso (che le dedica una copertina truccandola da Joker) vorrei dichiararmi anche io. Innanzitutto sorprendendomi un pochino: da quando abbiamo deciso che la Ferragni è una figura morale di riferimento? Un esempio talmente alto che, una volta stabilito che qualcosa non va (per sua stessa ammissione) ci indignamo, ci strappiamo i capelli e gridiamo allo scandalo? L’Espresso davvero ha così poco da fare che gli tocca prendersela con un’influencer col tono di un fan deluso? Davvero avevano una fiducia incrollabile, granitica, nelle virtù morali di Chiara? Perché io non ce l’ho mai avuta. Non che pensi sia disonesta, affatto, però nel commentare le sue uscite precedenti confesso di aver pensato all’aggettivo paracula. Niente di strano però, o di sospetto: Ferragni esiste in un mondo di paraculi, ne ha sposato uno e fa affari con molti altri quindi perché sorprendersi? Dice: ma lei è influencer, la sua reputazione è tutto quello che ha. Pensateci bene: balla, canta o recita? Non pare: a Sanremo sembrava un animatronic. Ha opinioni illuminanti? Non pervenute. Se domani chiude e si da all’ippica il mondo ci perde? Non si direbbe. Quindi ci indignamo per una persona priva di talento, talmente tanto che l’unica cosa che ha è la reputazione – come il cane del mio vicino. E sprechiamo inchiostro, copertine, ore di tv a dibattere dell’aria calda, del vapore impalpabile, del nulla cosmico. Dice: ma lei ha frodato (forse, pare, vedremo) milioni di follower che credevano ciecamente nella sua dirittura morale, inducendoli/e a comprare il pandoro rosa e la bambola ferragna. Potrebbe essere la volta nella quale finalmente si capisce che “milioni di follower” non significa niente, che non sono milioni di fan (come quelli di Taylor Swift, che sa fare una cosa però benissimo), milioni di spettatori paganti come Samuel Jackson o milioni di clienti come Burger King? Sono milioni di persone che, per qualsiasi motivo inclusi il disprezzo e la noia, una volta hanno cliccato Segui. Se Ferragni ha commesso dei reati è giusto che paghi. In qualsiasi caso però sarebbe opportuno che ci occupassimo di qualcosa di meno miserabile, di qualcuno lievemente più rilevante.