Nemmeno a questo giro, come d’altronde a tutti gli altri, ho trovato un candidato da votare con gioia. Capisco che non è così che si ragiona, che bisogna smetterla di essere snob, che in questo modo si regala la vittoria alla destra (insomma, che bisogna accontentarsi e votare il meno peggio), ma questa ennesima campagna elettorale maggioritaria conferma una regola: nessuno dei candidati mi rappresenta, nemmeno lontanamente. E poi il bipolarismo è infido: se voto un candidato del centro-sinistra, che però in realtà è di centro, e poi quello si schiera contro l’aborto o la procreazione assistita? Non potrei mai perdonarmelo.
Invece, siccome oltre a non essere rappresentato sono pure un po’ un incosciente (e forse le due cose sono collegate), ho deciso di portare acqua al mulino della destra, producendo un remix lievemente dadaista dello slogan dell’Ulivo. Ne esce una frase un po’ criptica, oleosa e sensuale che vorrei dedicare alla Margherita di Francesco Rutelli, la perfetta incarnazione – anche fisica – delle ragioni per cui sul maggioritario resto perplesso.