Sono negli USA, e naturalmente prima di partire ho tentato di organizzare una qualche forma di telefonia mobile internazionale. Per prima cosa ho confrontato le opzioni di roaming delle nostre telecom, e Tim sembrava la scelta più giusta: con un’offerta da 10€ a settimana prometteva traffico (250mb) e 250′ di telefonate (125 in entrata e altrettanti in uscita). Poi arrivo qui e inizia il calvario: l’offerta non si attiva, il roaming mi dissangua, e poi – di botto – niente più 3g. Seguono decine di chiamate al 119 (a pagamento dagli USA), email al servizio clienti, ricerche su Google (con pagine del 2009 in bella evidenza) e perfino all’assistenza Tim su Facebook (che risponde usando emoticons: really?) senza alcun risultato: apriremo una pratica, stiamo verificando, attueremo una bonifica delle linee… Insomma chiacchiere: dopo 15 giorni il mio telefono rimaneva disconnesso, e la magica offerta da 10€ a settimana non si è mai materializzata. A quel punto ho pensato: a Tim, m’hai scassato la minchia. Entro in un centro telefonico locale e ne esco dopo 10 minuti col cellulare ricolmo di un’offerta irresistibile, e di semplicissima descrizione: unlimited tutto (e LTE, cioè 4g, quindi velocissima). Nessun contratto, l’attivazione + sim costa 6$, pago ogni mese e quando parto finisce lì. Il bello è che l’Italia è tra i paesi a maggior consumo di telefonia, e quindi ci si aspetterebbe un mercato vispo, attivo e efficiente. Invece siamo sempre lì: appena diventi cliente, la tua dinamica telecom di turno si trasforma nel Ministero della Telefonia, premere 1 per ascoltare le offerte, premi 9856 per assistenza, le faremo sapere… Duole dirlo, ma in Italia il cliente non ha sempre ragione, ma ha certamente sempre del gran tempo da perdere. Ciao Tim, premi 1 per sparire dalla mia vita.
2 thoughts on “Unlimited vs very limited”
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Se queste cose non vengono ridistribuite per la lettura verso altri lidi, possono rimanere “lettera limitata” alla lettura qui .
E le aziende che sono brillanti solo esternamente meritano di essere pubblicizzate per la loro reale opacità.
Non sono cliente di queste “grandi aziende”, per fortuna.
Copio e incollo su Facebook.
Ciao
Purtroppo è una delle tante, troppe contraddizioni italiane, e se è per questo basta vedere come trattiamo – per esempio – i nostri siti storici/archeologici, come facciamo a gestire ciò che nel mondo ci invidiano. E il cibo? Non riusciamo ad ottenere nulla sulla difesa dei piccoli coltivatori dall’europa e quindi siamo “fregati” da chi coltiva ogm e dispone di lande sconfinate, avevamo l’occasione con Expo di rilanciarci e stiamo vedendo come sta andando…
E’ un problema di DNA credo…
Quindi dietro e dentro il “bidone/roaming-Tim c’è lo stile e l’etica di un popolo intero.