Poi, ogni tanto, vado anche sui siti dei giornali italiani: vivendo altrove tutto prende una piacevole distanza, inizio a non sapere bene chi sono i politici, cosa dicono e cosa fanno. Stamattina su Repubblica trovo questa “notizia”: Daniele Vicari denuncia: Facebook ha rimosso un mio post su #Diaz. Più sotto, virgolettato, il regista dichiara:
Facebook ormai ha sostituito la piazza per cui se possono sospenderti un account o rimuovere un post, il tutto diventa una questione di libertà di espressione. So che il sistema funziona così: dopo le segnalazioni di contenuti, considerati impropri da qualcuno, scatta la censura. Però questo non può passare così, senza attenzione.
Forse il regista ha parlato senza riflettere, perché poi aggiunge, sempre virgolettato:
Il post l’ho reinserito e se mi sospendono l’account pazienza, perché non mi interessa avere uno spazio non libero come questo.
Quindi forse nel frattempo ha capito come funziona Facebook? Macché. Ecco cosa appare sulla sua pagina, tutto maiuscolo:
RIPOSTO IL POST CANCELLATO, CARA FACEBOOK NON CAPISCO QUESTA STUPIDAGGINE CHE HAI FATTO, NON CREDO CHE CIO’ CHE E’ SCRITTO QUI POSSA ESSERE DI NOCUMENTO A NESSUNO. MI AUGURO CHE NON SIA UNA ATTITUDINE CENSORIA, ALTRIMENTI PASSERO’ PER LE VIE LEGALI.
La confusione regna sovrana, e l’uomo evidentemente ha perso qualche passaggio. Facebook ha sostituito la piazza? Ma quando mai? Davvero non si capisce la differenza tra una piazza pubblica, cioè di tutti, e il servizio di una S.P.A. californiana? Oltretutto lui, come tutti noi, non paga Facebook per esserci, quindi non ha firmato un contratto, bensì accettato dei Termini di Servizio, quelli che si approvano cliccandoci sotto. L’abbiamo fatto tutti, e in moltissimi senza leggere – come forse anche Vicari.
Intendiamoci: se è stato censurato (come molti altri incluso me, qualche anno fa, per aver pubblicato la locandina di un mio spettacolo) fa bene a dirlo. Però la risposta giusta è “non mi interessa avere uno spazio non libero come questo”, e non una sparata maiuscola che pare scritta da Angelino Alfano (con supercazzola finale sulle vie legali). Questa non-storia però gli ha fruttato la possibilità di vantarsene su Repubblica e su Facebook. Dove avrà moltissimi mi piace ( e solidarietà remota) da altri utenti che, come lui e come me, esistono anche in uno spazio non libero come Facebook – oltre che nelle piazze.