Da quasi 40 anni (diciamo dall’avvento del Post-modernismo come fenomeno diffuso) osservo incuriosito una conversazione che si ripete ogni anno in Italia. Tema: perché guardare Sanremo. Gli argomenti sono infiniti: è lo specchio del paese, faccio questo mestiere quindi devo vederlo, è talmente brutto che diventa bello, magari quest’anno c’è qualche buona canzone, in ufficio ne parlano, lo vediamo insieme agli amici e ridiamo un sacco, ecc. Tutti motivi legittimi e rispettabili. Noto però con tristezza la solidità del circolo vizioso: lo si guarda, lo si commenta sui social, lui lo sa, se ne vanta e si comporta di conseguenza. Ogni tanto cerca di rinnovarsi, pateticamente, ma rimane sempre lui, il Festivàl di Sanremo – la stramaledetta kermesse.
Invece secondo me Sanremo è il nemico. Non sforna nessun talento interessante da SEMPRE. Chiunque di decoroso ci sia andato a inizio carriera (diciamo dagli anni ’80), poi ha fatto fatica a togliersi quella patina di cerone. E’ stato vagamente più utile a artisti ben consolidati per la strada (Subsonica, Bluvertigo, ecc.), che hanno tentato di allargare la propria platea, in alcuni casi con successo. Ma immaginare di trovare il nuovo De André (giusto per fare un nome) a Sanremo è una pia illusione. Lo show è tradizionalmente una merda, anno dopo anno. L’imbarazzo si potrebbe spalmare sul pane, tanto è denso. I “direttori artistici” non capiscono MAI niente di musica. La regia dello show pare fatta dallo Xanax in persona. E ogni anno dura di più. Come mai? Perché lo guardano TUTTI, belli e brutti, non udenti e raffinati musicofili, libertari e neonazi – uniti dalla kermesse.
Sanremo dovrebbe avere la stessa sorte di Ascolta, si fa sera, indimenticabile programma di RadioUno (in AM) condotto da sacerdoti. Che credo esista ancora ma nessuno lo sa, e se n’è persa la memoria. Il Festival di Sanremo deve morire di inedia, nell’indifferenza generale. E quando nessuno lo guarderà, e quindi nessuno ci andrà, finalmente Sanremo potrà tornare a essere un posto di pensionati dove si esce in pantofole tutto l’anno – il suo ruolo più riuscito.