Giusto ieri la stampa ha dato grande risalto a un’iniziativa della Lega sull’antisemitismo, nella quale si è ripetuta un’idea che ogni volta mi disturba. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, ma ogni volta mi sento di doverne parlare. L’idea è semplice: se sei critico verso la politica dello stato di Israele, allora sei antisemita. Un concetto ovviamente molto caro agli israeliani, ma che io trovo offensivo, inesatto e pericolosissimo.
Antisemita a chi? Non a me, che l’ho scoperto da bambino grazie ai racconti dei miei nonni e di mia madre, e che trovo raccapricciante da sempre. Non mi riferisco solo al genocidio degli ebrei e ai campi di sterminio, ma anche l’antisemitismo nostrano, bonario e piuttosto comune, che ho incontrato per la prima volta al liceo e che mi ha sempre fatto orrore. Aggiungerei che dei miei amici ho sempre saputo dopo la loro religione di provenienza (qualsiasi essa sia), e non mi sono mai sognato di chiedermi cosa fossero: non mi pare una informazione rilevante – salvo che me lo comunichino loro. Valdesi, ebrei, zoroastriani o buddhisti. E mi riservo il diritto di lottare contro l’antisemitismo in futuro, a fianco dei miei concittadini che non sopportano questa barbarie – ebrei o meno – rimanendo profondamente critico delle politiche colonialiste di Israele.
Lo stato di Israele, costituito circa 70 anni fa col sottotitolo “La nazione del popolo ebraico”, è uno stato come tutti gli altri, e fa delle scelte che si possono ritenere giuste o sbagliate. Non è che se disapprovo la politica italiana odio l’Italia. C’è anche un altro dato interessante: la popolazione di Israele è, secondo Wikipedia, di 7,412,200 persone, di cui il 74.2% ebrei. Sempre Wikipedia ci dice che nel mondo si stima che ci siano tra i 14.6 e i 17.8 milioni di ebrei. Se ne deduce che la maggioranza degli ebrei del mondo vivono fuori da Israele e, se conosco un pochino gli ebrei, ce ne saranno un bel po’ che disapprovano la politica di Israele. Non solo: sono stato in Israele, e ho conosciuto un sacco di gente che ama il proprio paese ma ne disapprova la politica. Vogliamo dire che sono antisemiti?
Bisogna battersi per sconfiggere l’antisemitismo, e uno dei modi per farlo è identificare e punire chi lo è. Per fare questo bisogna essere molto precisi, e indicare con esattezza chi ha delle colpe. Buttarla in caciara confondendo le acque e creando ambiguità serve solo a allontanare il sacrosanto giorno in cui l’ultimo antisemita toglierà il disturbo. Che dovrebbe essere l’obiettivo primario di qualsiasi campagna contro l’antisemitismo, no?