Ci sono due sindromi della televisione italiana che non accennano a scomparire malgrado il terzo millennio. Sono due vizi complementari, davvero irritanti. Il primo è di essere servile coi potenti e potente coi servili, perfino in zone dove non te l’aspetti tipo Rai Storia: conduttori che intervistano passanti, contadini e artigiani con un atteggiamento non dissimile da quello che aveva Mario Soldati negli anni ’50. Non usano più l’espressione “Buon uomo”, ma siamo lì. Gli stessi che poi lodano senza riserve il presidente della loro azienda, in diretta Tv.
Gemella di questa stortura è l’idea che il pubblico non capisca una mazza. L’esempio perfetto è lo Spread: per diversi anni, ogni volta che un giornalista Tv pronunciava quella parola, immancabilmente spiegava: “la differenza tra il rendimento dei Btp e il Bund tedesco”. Ma i casi sono moltissimi. L’ultimo, micidiale, riguarda un dato essenziale per capire la Pandemia: il rapporto tra positivi e tamponi. Così nei weekend non mi devono più dire che “nel weekend si fanno meno tamponi”, una notizia (ripetuta settimanalmente da marzo) che non significherebbe più niente se ci dessero quel semplice dato, che si spiega da solo anche meglio dello Spread. Però certo, il numero dei positivi o quello dei tamponi eseguiti ogni giorno (ambedue meno rilevanti del rapporto positivi/tamponi) lo capiscono tutti, inclusi i criceti e quei bifolchi ignoranti degli spettatori – cioè noi.
PS: Già che ci siamo: oggi 3,48%, ieri 2,93%. Fonte: lab24.ilsole24ore.com/coronavirus