Sto lavorando a nuova musica per il prossimo album coi Four Twenties, cioè il seguito di Sensual Musicology (e dell’EP The Alto Nido Sessions, che è uscito prima per motivi pandemici ma è stato realizzato dopo). In realtà sono già piuttosto avanti ma me la prendo comodissima, che è una delle regole della casa. Ovviamente, oltre a qualche pregio, vedo diversi difetti i ambedue quei dischi e uno degli obiettivi è di eliminarne qualcuno per il prossimo. Innanzitutto il suono/i suoni in fase di registrazione, che saranno più curati: gran parte degli strumenti di Sensual Musicology sono stati registrati dritti nel mixer (un buon mixer ma solo un mixer), mentre sto creando una filiera migliore (ma ugualmente semplice, facendo tutto da solo) sia per le chitarre acustiche che per le elettriche – che restano gli strumenti principali della mia musica. Sto anche allargando la famiglia: ho appena comperato un paio di Bonghi (B-stock, 35€) che ho già usato in un brano. Come il precedente, anche questo disco conterrà una buona dose di cover dal Country al Beat, dagli anni ’30 fino all’altroieri.
Una delle questioni salienti su cui sto molto riflettendo è allargare il gioco a altre persone: conosco musicisti bravissimi e cui potrei chiedere di spargere un po’ del loro talento nelle mie tracce. Qualcuno già c’è in remoto, ma volendo registrare dei solisti o dei cantanti bisogna andare in studio (io vivo in un luogo difficilmente raggiungibile) o posso andare a registrarli dove vogliono, in sala prove o perfino a casa loro. Ovviamente registrare una batteria o un vibrafono è diverso dal fare una voce o una parte di synth, ma in comune hanno un fattore: tutto costa dei soldi. Sensual Musicology è stato interamente prodotto da me, non solo artisticamente ma economicamente. Sapevo benissimo cosa stavo facendo e ho evitato sprechi, ma anche escludendo le migliaia di ore di lavoro che ci ho messo, forse posso sperare di andare in pari. Sono molto felice di averlo fatto e molto grato a chi ha ne reso possibile la pubblicazione; ovviamente però il business plan del prossimo album va fatto anche (e forse soprattutto) tenendo conto di quello precedente.
Quindi, salvo novità imprevedibili o eventi eccezionali, anche nella mia musica del 2023 non ci saranno ospiti, non ci sarà un batterista/percussionista (che invece in certi brani dovrebbe proprio), non ci sarà un vibrafonista (per questo il dio dei vibrafonisti mi punirà duramente nell’aldilà) e non ci saranno assoli – che in qualche caso darebbero lustro e preziosità al tutto. Sui campionamenti (un vizio assai costoso che mi sono concesso su Sensual Musicology) sto cercando di capire: ne sento l’esigenza (nella mia musica i sample sono come le citazioni nei libri) ma forse è un lusso aldilà dei miei mezzi.
Il tutto non prima del prossimo autunno.