Ecco una notizia per me leggermente sconcertante. Come al solito la dà l’Ansa: “Il nuovo farmaco BiDil potrebbe essere il primo medicinale ad essere specializzato nella cura di cardiopatici di colore. Secondo quanto pubblica in prima pagina il Nyt, questa medicina, potrebbe passare l’esame forte di nuove sperimentazioni su pazienti di colore. Le ricerche effettuate potrebbero portare a una revisione da parte della Fda del suo precedente giudizio (negativo, ndr) dando il via libera al primo farmaco indirizzato a un gruppo razziale.”
Incredibile, no? Parrebbe infatti che i test abbiano dimostrato una maggiore efficacia del farmaco tra gli afroamericani. Quindi ci sarebbero solide ragioni scientifiche dietro la teoria delle differenze razziali? Forse no. Ecco alcune altre ragioni per le quali la NitroMed, azienda produttrice del BiDil, potrebbe aver optato per questa strategia:
- L’alta incidenza di problemi cardiaci tra i neri d’america va anche ricercata nella scarsa assistenza sanitaria: questo li rende ottimi potenziali clienti di un medicinale specifico. I cardiopatici afroamericani sono 750.000; se tutti usassero il BiDil la NitroMed incasserebbe un miliardo di dollari l’anno.
- Il brevetto sulla molecola scade nel 2007, ma se sarà ribrevettata come rimedio razziale il limite di sfruttamento si estenderà fino al 2020.
- Le azioni della Nitromed, all’annuncio dei nuovi test positivi sui neri, sono passate da $4.31 a $10.21 in un giorno.
Ovviamente il disaccordo sulla discriminante razziale del BiDil è ampio, e qualcuno fa notare che pubblicizzarlo “for blacks only” sarebbe fuorviante. Ma tant’è: già il fatto che a qualcuno sia venuta l’idea di farlo mi sembra notevole (strano che non sia venuto in mente alla Lega Nord). Quindi dopo i parrucchieri per neri (dai quali però dovrebbero andare anche i bianchi coi capelli crespi, a cominciare dall’ottimo Riccardo Pandolfi – il più grande radiofonista italiano – che non si spiega come mai non abbia i dreadlock già da anni) e gli alimentari etnici (come l’immenso Kathai international, ancora alto nella mia top 10) avremo anche speciali ambulatori Afro? Il sito Racesci.org, dedicato alla storia delle razze nella scienza, dedica un lungo articolo all’argomento dove non manca di sottolineare come questo episodio potrebbe costituire un pericoloso precedente. E’ bene infatti ricordare ai più distratti che da un punto di vista scientifico non esistono razze umane ma solo una razza di umani, e che le differenze tra islandesi e sudanesi sono esclusivamente somatiche e culturali.