Come sapete ogni tanto vado in giro a parlare, e una delle cose che racconto è quest’idea che ho dello streaming, e di come potrebbe essere in futuro la distribuzione della musica. Il downloading secondo me non durerà, e l’idea di avere ognuno una copia della stessa canzone verrà prima o poi sostituita dal concetto di singola copia online, dalla quale si attinge tutti: dallo stereo, dal walkman, dalla macchina, ecc. In una configurazione di questo tipo, per “avere” una canzone basterà conoscerne il titolo, un po’ com’era con Napster. Solo che non ci sarà bisogno di scaricarla, esattamente come nessuno di noi scarica l’acqua in previsione di una doccia; l’acqua è in streaming, basta aprire il rubinetto.
Il modello economico più ovvio in questa situazione è l’abbonamento, a tempo o flat. In quest’ultimo caso si pagherebbe un fisso per accedere a tutta quanta la musica. No, non credo che la musica debba essere gratis; credo debba costare il giusto prezzo (che non è 18 euro a CD, ne’ 99 centesimi per un semplice file compresso). In fondo si paga anche l’acqua, che mi pare un bene assai più primario della pur importante musica.
E’ naturale che in questo futuro possibile assumerebbero un ruolo enorme i “segnalatori di musica”. Questo sta già succedendo, e i Dj sono figure giustamente sempre più importanti; ma qui la connessione sarebbe diretta. Facciamo un esempio: se cliccate l’icona dell’omino in cuffia (o sull’icona “musica” in alto a destra) si apre una pagina detta “musica” con un elenco di pezzi, cd, stream e mp3 legalmente scaricabili che sto ascoltando in questo periodo (aggiornata periodicamente). Se voi poteste cliccare ed ascoltarli (entrando in una statistica che poi fa guadagnare un pizzico agli autori ed interpreti – ripartito dalla vostra tariffa flat) ecco che il vecchio dj zio RadioGladio (che venerdì a Milano mette il PornoFunk) avrebbe reso un servigio a voi, facendovi magari scoprire qualcosa di nuovo, e ai musicisti in questione che pure devono vivere. E forse così finalmente tutte le musiche minori (in termini di pubblico e visibilità) avrebbero una chance in più. E poi se ci si pensa, questo modello rimette in gioco l’idea della condivisione, non più di file (ingombranti e scomodi) ma di pure informazioni alle quali corrisponderanno dei suoni (è la differenza tra me che vi dico: “Hey Presto, l’album dei Maniaci dei Dischi, è fantastico” e voi che lo constatate con le vostre insostituibili orecchie).