Lo scorso 9 agosto è morta Barbara DeGenevieve, artista e insegnante. Ho conosciuto Barbara ad Amsterdam nel 2005, in occasione del convegno Netporn. Lei presentava il suo sito ssspread.com, io la mia ricerca sul porno amatoriale. Ci siamo capiti istantaneamente, come di rado accade, e abbiamo passato l’intera giornata successiva a chiacchierare fitto: di porno, di arte, di politica, di noi. Tornato a casa ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto con chi avevo avuto il piacere di trascorrere del tempo.
Tre anni dopo Barbara mi ha invitato a tenere un corso alla scuola di fotografia della SAIC, su argomenti relativi alla mia ricerca. In quei sei mesi ho scoperto un altro aspetto di Barbara DeGenevieve: la sua cura infinita per gli studenti – un altro tratto che avevamo in comune. Io però sono solo una persona disponibile. Lei invece era un punto di riferimento assoluto, e il commento più comune sulla sua pagina Facebook in questi giorni è: “Mi ha cambiato la vita”.
Barbara era un’artista sublime, capace di maneggiare argomenti spinosi con una potenza gigantesca. E sapeva fare una cosa davvero difficile: agire senza compromessi: “L’artista fa domande, non dà risposte”. Barbara era un’insegnante fantastica, del genere che tutti avremmo voluto avere: esigente e feroce ma rovente, essenziale e spesso nel giusto. Barbara era una persona davvero badass, una teppista della mente, la donna più signorilmente estrema che abbia mai incontrato. Ho molti debiti di riconoscenza nei suoi confronti, e un infinito affetto. Senza di lei il mondo è un pochino più brutto, più ovvio, più scadente – e certamente meno radicale.
(immagine: screenshot dal video Steven X and Barbara C)