Grazie dei molti commenti di adesione e di solidarietà per la squallida vicenda della diffida. La cosa che mi pare particolarmente grave è che costui si sia sentito autorizzato a diffidarmi perché vittima dell’umorismo. D’altronde questo è il paese nel quale D’Alema querela Forattini (che mi fa schifo, ma non c’entra) e Berlusconi querela Luttazzi. Quindi non si vede perché un manager di vip tv non dovrebbe diffidare (e magari querelare) Sergio Messina – che non ha nemmeno grandi complicità nella stampa e quindi può essere brutalizzato senza conseguenze.
E grazie anche per le belle parole circa il fatto che sto andando via dall’Italia. Purtroppo, in tanti anni, ho constatato che quello che faccio io, qui non interessa. Di più: una figura come me è inclassificabile, improponibile, inutile. Naturalmente questo non è vero per il pubblico (cioè voi), sempre numeroso e molto caloroso. Purtroppo però, in Italia, non basta il pubblico per vivere delle proprie idee (il caso di Playradio è stato esemplare: cacciato via malgrado gli ottimi ascolti): servono stampa, tv, promoter, organizzatori, direttori artistici, gestori di teatri e sale, amministratori locali, direttori di giornali, commitenza… Tutte categorie per le quali le mie proposte sono irrilevanti, incomprensibili e – credo – a volte anche irritanti.
Eccovi alcuni esempi, di cui fin’ora non ho mai parlato (per ovvi motivi, ma ormai vale tutto):
*) Ho una mia pagina su Rumore da oltre 10 anni. In questi anni il giornale non si è mai occupato delle molte altre cose che faccio. Quando ho fatto presente che si avvicinava la data del decennio, che presumibilmente Miniminor/Avvisi di chiamata oggi è la rubrica più longeva della stampa musicale italiana (e certamente la più atipica) e che quindi, forse, se ne sarebbe potuto accennare, la risposta che ho ricevuto dal caporedattore è stata: “Credo che la sede adatta per celebrare la ricorrenza sia la rubrica medesima.” Secondo voi, che invece mi conoscete, io mi celebro da solo? L’unico motivo per cui resto su un giornale che dedica paginoni con foto all’ultimo minchione con frangetta, ma ignora il sottoscritto (e chissà quanti altri), siete voi lettori. L’articolo sull’indie porno, pubblicato sul numero di ottobre (e che apparirà qui tra breve), è l’ultimo che faccio fuori dalla mia rubrica, e il giorno in cui scopro che la maggioranza dei lettori ha internet, la sposto qui e li mollo: questo sito ogni mese fa più del triplo di visitatori unici delle copie vendute da Rumore.
*) MTV Italia esiste da oltre 10 anni; tra i suoi alti papaveri c’è una persona che conosco da una vita, e che ogni volta che mi vede si spertica di complimenti. Fattostà che non sono mai stato avvistato su MTV (o su All Music, se è per questo) se non una volta, come membro dei Casino Royale. L’ultima intervista che ho rilasciato a RaiTre (che in teoria dovrebbe essere il canale culturale tv italiano) è stata in qualità di passante, su uno sciopero dei taxi. In compenso a RadioTre (che è il canale culturale radiofonico pubblico) non si è mai parlato del mio lavoro – nemmeno per errore.
*) Conosco, anche lui da sempre, uno dei principali (e, va detto, più bravi) giornalisti musicali italiani. Quando è nato questo blog gliene ho dato notizia; ecco cosa mi ha scritto: “Poi dice che non sei utile. Ti ho immediatamente citato in un pezzo che ho scritto sui Beastie Boys, ma purtroppo non lo vedrai perché è uscito sulle pagine romane. Grazie comunque per le tue puntuali segnalazioni.” Quando gli ho fatto presente che sono un giornalista indipendente e che, se le mie segnalazioni sono tanto puntuali e utili (non era nemmeno il primo caso di prelievo dal mio sito), forse avrebbe potuto farmi scrivere qualche volta (stampa nazionale, mensili musicali allegati, insomma roba pesante), e magari pagarmi, l’uomo è scomparso.
Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per sentirmi un inutile fallito. Se non fosse per voi: che mi scrivete, che venite ai miei spettacoli e conferenze (quando qualche organizzatore si ricorda di chiamarmi), che comperate i miei dischi (quando ne faccio), che mi riempite la mailbox di posta bellissima (e intelligente) di commento a quello che faccio, che sapete cogliere – ben aldilà degli addetti ai lavori – il senso del mio lavoro. E se non fosse che ogni volta che metto il naso fuori dall’Italia le cose vanno in modo ben diverso.
Quindi ora, per sopravvivere (e possibilmente progredire), sono costretto a fare una cosa che non ho mai fatto in tanto tempo, pur avendone la possibilità: andarmene, e progressivamente spostare il baricentro linguistico (e culturale) del mio lavoro sull’inglese. Mi dispiace? Molto: è chiaro che voi siete la mia gente, e discutere con voi della Pupa e il Secchione mi pare bellissimo. Non solo, ma l’italiano è una lingua nella quale ho imparato a esprimermi con una certa efficacia. Però, ve lo dico col cuore in mano, che io continui a programmare repliche europee (e presto anche statunitensi e forse orientali) di Realcore, a ricevere richieste di interviste da studiosi, insegnanti universitari e ricercatori di mezzo mondo, a essere citato tra virgolette in importanti saggi sulla cultura digitale, ma che in Italia nessuno si sia accorto del mio lavoro (proprio nessuno, zero, come se non esistesse) e, se non mi organizzo da solo, lo spettacolo qui non si vedrà mai, è diventato veramente un po’ troppo doloroso.
E scusate la lunghezza.
SM
A me, caro Sergio, sei stato sempre di un simpatico esagerato. Anche quando dicevi “giovanotto documenti” nel disco dei 99 posse…E quando uscisti con “Radio Gladio” su quella terribile compilation del 91 (o 92?).
Molti degli artisti che hai citato e coi quali hai lavorato non mi piacciono neanche un po’. Ma il tuo blog è tra le mie letture quotidiane, perchè è di uno che ragiona, e spesso lo fa con ironia…mi basta questo!
E mi dispiace sia costretto ad emigrare. Ma ti auguro di farlo a cuor leggero, come chi sa di ritornare.
Con “inedito” affetto, un buon tutto…
Corrado
Dice SM: Grazie Corrado (urca, m’ero scordato di “giovanotto documenti!”). Già sono emigrato una volta, da Roma a Milano. E se ci penso bene, forse ho sbagliato mira: il problema non era Roma (città che comunque detesto), bensì proprio l’Italia. No, il cuor leggero come hai letto non ce l’ho. Ma magari dopo un po’ che non vedrò ogni giorno le solite facce tetre dei politici nostrani dire e fare sempre le stesse cose sbagliate, che tanto qua va bene tutto, magari mi tornerà.
Che tristezza! Spero che fosforo resti con noi (in italiano).
Dice SM: Questo mi sentirei di poterlo garantire senza dubbi. Già vi abbandono qui in mezzo ai Rutelli…
Roma – Milano – Amsterdam. Ti ricordo che sei gia’ emigrato una volta – e che non c’e’ due senza tre. Solo spero che per la terza sposterai il baricentro verso un altro punto cardinale.. :)
Cmq spero che le cronache italiane restino (anche se viste dall’ester(n)o), dato che i tuoi commenti sono immancabili. E spero anche che in Hollandia non ci siano troppi piccioni..
Dice SM: Ciao Cica (è la mia webmistress qui sopra); come sai purtroppo dopo il nord, l’altro punto cardinale a me amico è l’est… Viceversa anche l’Olanda è invasa dagli orribili volatili, una immonda piaga transnazionale che unisce – sotto il segno del guano – l’Europa tutta. Non ce n’è: l’unico piccione buono sarebbe il piccione estinto per sempre.
sergio, a parte le tue considerazioni da italiano, da artista eccetera, credo che per uno come te il luogo abbia meno risalto rispetto a tutto il resto. okay un po’ criptico, ma suvvia, in quanti ti conoscono non di persona? credo tanti (io sono uno di quelli), e non è mai stato un problema. su su, bando ai fazzoletti da agitare and walk on :)
Dice SM: Da un certo punto di vista hai ragione, anche se stare in un posto ti porta a parlare di quello che vedi, della realtà che ti circonda, etc. Non conosco di persona tutti i miei lettori, e quanti leggono e utilizzano questo blog. Ma certamente, se fossi anche solo un pochino più presente nei media, magari avreste almeno visto la mia faccia…
Di solito quando con sciatta espressione giornalistica si parla di “fuga dei cervelli”, ci si riferisce al mondo scientifico.
La cosa è vera, e drammatica.
Mano, o per niente, si parla di quanti operando in regioni espressive, artistiche, sono costretti ad andarsene.
Ora è il tuo turno. E mi dispiace. Molto.
Ho temuto che Fosforo si trasformassein inglese. Un commento mi ha rassicurato. Meno male. E’ la mia lettura quotidiana e vi trovo sempre – sempre sempre – informazioni rare, luce d’intelligenza e divertimento.
Sul fatto che vai via, che dire? Hai già detto benissimo tu. Una sola cosa mi va d’aggiungere: se coloro che non ti prestano ascolto stanno dove stanno, è proprio perché non ti ascoltano, altrimenti se avessero attenzione per le tue proposte, non starebbero lì ;-)
Ciao.
armando
Certo giornalismo italiano affogherà nel suo guano e sono pronto a gridarlo ai quattro venti, anche se – teoricamente – ci dovrei ancora campare.
Nel frattempo perdiamo te, e la cosa mi fa molto male dentro.
Ma per fortuna la Rete abbatterà confini e barriere e noi ti leggeremo/seguiremo, sempre e comunque, in qualsiasi lingua.
Spero di abbracciarti prima della dipartita, però.
ciao
gab
Giusto per evitare l’effetto necrologio (che fa anche piacere ma…) vorrei precisare che non mi sposterò in modo massiccio dall’Italia prima dell’estate 2008 (ho impegni di lavoro) e che, in questo frattempo, Fosforo resterà in italiano. Per il momento i due unici, veri cambiamenti saranno che la produzione del mio prossimo spettacolo (il seguito di Realcore, debutto previsto tra un anno) sarà fatta interamente in inglese, e non ce ne sarà una versione italiana; che Realcore sarà disponibile per l’Italia solo fino a giugno prossimo (ho altro da fare che prendermela coi mulini a vento), e che il libro Realcore sarà scritto direttamente in inglese, e (a meno che non si verifichino combinazioni fin’ora inaudite e impensabili) quella sarà l’unica versione pubblicata.
Non so perché ma io non riesco a stupirmi più di tanto della tua dipartita (lasciaci fare un po’ di (h)umor nero, giocando al necrologio…).
Da quel poco che ti conosco (praticamente solo da alcune cose che scrivi più alcune composizioni musicali) mi sembri un essere troppo razionalmente regionevole e sensatamente sincero, per cui la tua scelta non può che essere “giusta” e lontana anni luce dal concetto di “fuga”.
Rimane il rammarico per un altro che se ne va, mentre noi continueremo a sorbirci la massa di stronzi che ammorba questo paese (non si possono nemmeno fare esempi, perché sarebbero troppi ed esagerati…)
Non riesco a scrivere nulla di sensato, se non un onesto e sincero “In bocca al lupo”.
Cazzo, io non sono mai stato in Olanda… ma è veramente come la descrivi te?
[OT]
magari c’entra poco
perchè è orientato al concetto di “tolleranza”
ma questo post l’ha scritto
uno che c’ha vissuto in Olanda
http://www.montag.it/blog/archive/003430.html
[/OT]
Sulla diaspora di Sergio ho poco da dire,
collaborando con l’università
per grande passione (perchè solo la
passione è ormai l’unico motore trainante),
sai perfettamente cosa vuole
non essere pagati/appagati/riconosciuti per il proprio lavoro.
E’ una sensazione che ti porti addosso dal primo caffé della mattina
ai 5 minuti prima di addormentarti.
Rischi la nevrosi. Ti carichi di rabbia e fastidio.
E c’è una sola cosa da fare: levarsi di mezzo.
Non sai quanto ti capisco a voler mollare il puzzo di marcio.
La mia “emigrazione” da Napoli a Milano mi dà spesso la stessa sensazione che descrivi per la tua Roma-Milano: penso spesso che non era da Napoli che fuggivo, ma dall’Italia, solo che prima non lo sapevo. Per ora sto ancora qua, ma chissà.
Ti auguro ovviamente di far ciò che ti fa più bene e di trarre soddisfazione dalle tue scelte.
Però non si può negare che queste cose rodano molto nel profondo, perchè che si fugga dalla propria terra non è mai cosa bellissima da pensare, dire, vivere.
E poi un’Italia senza RadioGladio vale una cosuccia in meno, diciamocelo.
Quindi te ne vai…
Dovevamo vederci per una pizza e una birra e in Olanda la birra sarà sicuramente ottima, ma la pizza, vuoi mettere.
E avrei voluto insegnarti a suonare il mandolino: saremmo andati nel metro (diciamo a Loreto, che è un posto buono) a eseguire i prodotti culturali/musicali di punta della nostra bella Italia: hit di gigi d’alessio e apicella/silviob.
Pagando la SIAE, ça va sans dire.
Avrei cercato di presentarti (di persona) Calderoli: mi dicono che a Calolziocorte in un gazebo (dissidente) della Lega c’è un tuo (seppur tiepido) fan.
Di contro, magari ci scappava che mi presentavi qualche bonazza del rutilante mondo dello spettacolo italico (che so, la gardini). Mi sarei presentato come amico di briatore (quello del traffico di armi e dell’evasione fiscale, lo conosci, no?) e me l’avrebbe data subito.
Ah, peccato, peccato.
Finisce che mi toccherà venirti a trovare nei Paesi Bassi (che ironia, dalla bassa Italia ai Paesi Bassi).
resta con noi, non ci lasciar, la notte mai piu´scendera´!
Hai perfettamente ragione, sergio mio bello, io fosse per me ti avrei affidato la conduzione del tg2 pero´…. volevo chiederti: sei mai entrato in un supermarket ad amsterdam? non ti insospettisce il colore vivido dei pomodori cola´? mai sottovalutare l´indice-pomodoro! poi non di solo pomodoro vive l´uomo, ma…
fai quello che devi fare
causa l´emozione per la notizia- non inattesa- ti ho parlato di pomodori quando dovevo parlarti di CAZZIMMMA.
Ho vissuto in un paese dove intagliano diamanti, le prostitute versano l´iva e i derivati della canapa son distribuiti a pagamento in determinati negozi. Laddove calibrato sulla tua misura trovi lo spazio per esprimerti con la meritata diffusione ma… ma non c´e´la cazzimma: i giovani non devono lottare per quello che desiderano: basta che riempiano il modulo dichiarando i loro titoli nell´apposito allegato e subito gli enti prepositi erogano il dovuto appena temperato da un modico compromesso, senza conflitto, non c´e´tensione ……tutti fumano il loro joint, non son discriminati per le loro scelte sessuali-estetiche-morali…….nonspakkaretutto-tidiamoquellochevuoisestaitranquillo.non c´e´cazzimma.
ed e´la cazzimma che ci ispira.
comunque tu prova.
Se ne hai la possibilità, non hai legami tipo famiglia etc. SCAPPA SE PUOI! Mi dispiacerà un casino (sei anche nei links del mio blog), ma in questa terra si muore lentamente, anzi, ti uccidono lentamente, sul lavoro, e nella cultura. Vorrà dire che allenerò il mio inglese scritto, ben venga il trasloco. Ho saputo di questa tua scelta sul blog http://arimondi.blogspot.com, un tuo vecchio fan. Accetta la nostra stima e solidarietà (e anche invidia: teniamo famiglia e mutui, come facciamo ad emigrare? A me piacerebbe Barcellona). Complimenti e stringi i denti