Quando parlo con degli italiani del fatto che vivo all’estero, raramente mi chiedono perché. Di solito l’italiano è insoddisfatto dell’Italia (in molte forme diverse), e proietta sulla mia scelta i propri motivi: il traffico, il mercato del lavoro, l’inquinamento, la pulizia, l’offerta culturale, le prospettive, la qualità della politica, il verde pubblico. Tutte cose vere, ma non è tra queste la ragione principale per cui ho lasciato l’Italia (a 55 anni).
Io sono venuto via per un motivo molto semplice, e non necessariamente nobile. Per come sono fatto, per il mio carattere, l’Italia è troppo difficile e complicata, e la mentalità corrente è abissalmente distante dalla mia. L’Italia è il paese della furbizia. Ho spesso pensato, e scritto, che questa fosse una cosa orribile. Ma sbagliavo: è orribile per me che furbo non sono, e che ho grosse difficoltà a farlo. Per chi lo è, l’Italia è perfetta. E riconosco che la furbizia possa perfino essere sublime, a tratti quasi artistica (i falsi ciechi con la patente, per esempio). Purtroppo, non essendolo, finisce che la furbizia la subisco, e nella Sopravvivenza del più Furbo io soccombo. E’ sempre stato così, dalla prima infanzia.
Un effetto collaterale per me letale (per la mia sensibilità, personalità e attitudine) è che tutte le regole, le leggi e le norme sono quasi sempre pensate avendo in mente una popolazione furba e scaltra, la stessa che inventa la t-shirt con la cintura di sicurezza stampata sopra. Quindi non esiste alcuna relazione di fiducia tra lo Stato, la Polizia, la Giustizia e i cittadini – comprensibilmente. Un buon esempio sono gli scontrini fiscali, obbligatori da fare, da farsi fare e da conservare fino a casa. Perché il negoziante potrebbe essere un evasore fiscale, ma tu potresti essere suo complice. Un paese dove c’è, e viene richiesta, L’Autocertificazione di Esistenza in Vita*, giustamente: sai quanti morti prendono la pensione?
Ecco: a un certo punto mi sono accorto che l’Italia aveva vinto e io avevo perso. Che non avevo gli strumenti (emotivi, morali, fisici, caratteriali) per difendermi e che forse, andando a vivere in un posto meno sospettoso e complicato, la mia vita sarebbe stata più semplice. Naturalmente ci rimetto alcune cose: per esempio qui in Olanda non voto, e la vita politica succede in una lingua che pian piano sto iniziando a capire (in Italia non voto perché vivo altrove). Però, mi pare, ci guadagno in serenità.
*Sublime paradosso italico: Chi si autocertifica deve essere “consapevole che in caso di dichiarazione mendace (cioè se non è esistente in vita) sarà punito ai sensi del Codice Penale, e che decadrà dai benefici conseguenti al provvedimento eventualmente emanato sulla base della dichiarazione non veritiera.” Morto avvisato.