Forse dovrei dirlo, almeno a voi che siete intimi. Dopo quattro anni a Amsterdam, piuttosto belli e assai fruttuosi da un punto di vista creativo e lavorativo, dai primi di settembre sono tornato a vivere in Italia, a pochi chilometri da dove stavo prima – sempre nell’Oltrepò Pavese. Credo di aver capito definitivamente che la città non fa per me, nemmeno una così poco urbana (in senso negativo) come Amsterdam. Viceversa qui il mio giardino sfocia in un frutteto (del quale ho il parziale usufrutto), che diventa un boschetto, che confina con un campo di erba medica. La casa è circondata dal bambù, e i rumori sono i soliti rumori agricoli (fortissimi ma brevi, e solo in certi giorni dell’anno). Inoltre, vivendo in costa (540 mt s.l.m.) ci sono poche zanzare, e tutti gli altri animali sono in grado di capirli (spesso meglio degli umani), inclusi i daini, che capita spesso di incontrare, talvolta proprio nella posa qui sopra. Mi mancheranno moltissime cose dell’Olanda (dove continuo a andare), dall’incredibile gentilezza nei rapporti formali alla cura nel mantenimento delle città, ma me ne mancavano altre (come avere degli spazi esterni, o poter suonare alle due di notte) che adesso finalmente ho.