Da quando sono rientrato in Italia ho evitato di esprimermi sulla politica. Ovviamente so cosa succede, mi informo, leggo, ma sono stato via quattro anni, e qualcosa mi pare diverso, specialmente riguardo a me. Mentre deploro duramente alcune delle politiche dell’attuale governo, e su alcune questioni (come i negozi “etnici”) sono pronto a scendere in piazza, evito di schierarmi apertamente, come invece ho fatto in passato. Ma indubbiamente (non avendoli votati) c’è un elemento di curiosità: aldilà degli slogan, dei fantocci e delle promesse, che tipo di società ha in mente chi ci governa?
In passato la risposta era semplice, e sempre uguale: la stessa società di prima. Da Prodi a Berlusconi, nessuno ci ha mai fatti davvero sognare (come popolazione, intendo). Silvio c’è andato vicino (non con me, ovviamente) ma nessuno ce l’ha fatta davvero.
Oggi invece non si capisce. Come dovrebbe essere l’Italia secondo gli attuali governanti? Più giusta – ma solo con gli italiani? Più competitiva, ma senza gli immigrati (sarebbe il primo caso della storia)? Più solidale grazie al reddito di cittadinanza (cioè un sussidio di non occupazione) e più statalista (ci ricompriamo l’Alitalia, per la settantaseiesima volta)? Più difesa? O più pacifista? Più Ghandi o più Thatcher? Il Carrefour 24/7 è moderno e simpatico, ma se c’è dentro un immigrato allora no? Tutti chiusi dopo le 9 e la domenica, come negli anni ’60? Al momento, leggendo esclusivamente la loro pubblicistica (di Lega e 5*), veramente non si capisce. Io però non mi preoccupo troppo – o meglio, non più di prima. In quasi sessant’anni ho visto personaggi assolutamente ridicoli avvicendarsi in ruoli chiave, e questi non mi sembrano peggiori. Aggiungerei che anche loro mi sembrano una rappresentazione fedele degli italiani, proprio come i predecessori.