Come forse avete notato, con qualche eccezione mi sono imposto di non parlare di politica in senso stretto, per mille ragioni. Ci sono però alcuni aspetti dell’attuale situazione che mi sembrano paradossali, in particolare la guerra ideologica bipolare in corso. La Lega è contro le aperture domenicali? Allora noi siamo a favore. Il PD ascoltava le raccomandazioni europee? Vaffanculo all’UE. Il M5* è contro la TAV? Viva la TAV. E via dicendo.
Mi duole per una ragione molto semplice: in molti casi la verità sta nel mezzo. Un mezzo che è diventato talmente sottile da passare inosservato. Il tema delle aperture domenicali è assai complesso, e per niente ovvio. Da un lato c’è l’odiosa società dei consumi, nella quale viviamo, che suggerirebbe di aprire tutto sempre. Poi ci sono le abitudini dei consumatori, molti dei quali spendono volentieri di domenica. C’è anche un tema occupazionale: per quanto poco, chi lavora la domenica guadagna dei soldi. Vogliamo togliergli il lavoro? In questa questione c’è dentro un mondo, non riducibile a Favorevoli o Contrari.
Lega e M5* si ribellano contro le regole dell’Europa, e gli altri gridano “Viva l’Europa”. La verità è che la classe politica europea sarà forse più onesta di quella italiana, ma in moltissimi casi è ottusamente ancorata a un’idea di UE che detesto – ma che piace moltissimo a Standard & Poor’s. Quindi, se la domanda è: “Stai con Salvini o stai con l’Europa?” la mia risposta non può che essere “con nessuno dei due”.
Qualcuno (Silvio Berlusconi), tanti anni fa, ha iniziato a fare politica usando la clava invece della penna. Purtroppo tutti gli altri gli sono andati dietro, e la politica è diventata l’arte della clava. Mi pare inevitabile che a vincere le ultime elezioni siano stati due furiclasse della clava, campioni mondiali di mazza ferrata, virtuosi dello spadone: Matteo Salvini e Beppe Grillo.
Mi ricorda Pim Fortuyn, il cui partito di estrema destra era così dichiaratamente anti-immigrazione (e quindi anti-islam) da essere pro gay.