Leggo sui giornali che al prossimo Festival di Sanremo parteciperanno alcuni nomi noti del mondo Indie e Hip hop: Ex Otago, Zen Circus, Motta, Ghemon e altri (ecco l’elenco completo). Non è la prima volta, naturalmente: dai Sottotono ai Subsonica a Frankie, sono stati molti gli artisti già rispettati nel proprio mondo che hanno tentato la carta sanremese. E credo che, in tutti i casi, si sia trattato di un’esperienza per molti versi positiva: si passa per radio, si fanno più concerti, si diventa riconoscibili per strada. Tutte cose utili, se cerchi di vendere dei dischi e campare del tuo lavoro.
Naturalmente questi artisti sono sempre stati una sparuta minoranza: per anni il Festival è stato popolato da cantanti scongelati a gennaio e rimessi in frigo dopo l’esibizione; gente che non esisteva davvero nel mondo reale, ma in un girone tutto suo: la tv, le radio, Sanremo, e magari un Festivalbar. Ce n’è qualcuno anche quest’anno, ma mi pare che anche su questo fronte la situazione migliori.
Mi rimane un dubbio: lo guarderò? Non saprei dire, davvero. La musica come sempre mi incuriosisce, ma quella la trovo istantaneamente online. Il resto francamente mi atterrisce: Baudo? Rovazzi? Il solito comico sgonfio che fa la “satira”? Le solite polemiche inesistenti? Baglioni? Francamente, niente di tutto questo mi sembra rilevante, ma proprio zero. Nemmeno per ricamarci quella nobile attività che io chiamo Antropologia da salotto. E infliggermene alcune serate mi sembrerebbe ingiusto: verso gli artisti innanzitutto, che guarderei con irritazione, e anche verso me stesso: porca miseria, Baglioni no.