Stavo pensando: oggi su Facebook ho scritto una definizione di “Canzone italiana”, di cui Sanremo è il Festival. “A naso, se una canzone è scritta in italiano (anche cantata da un coreano del nord, perfino se dice Rolls Royce), è una canzone italiana.” Ma è una definizione inesatta, o meglio Sanremese: al Festival si accettano solo canzoni in italiano (anche se magari fatte altrove). Ma io conosco un sacco di canzoni italiane in inglese: per esempio tutta la prima produzione di Elisa, o degli Afterhours. Che magari non avrebbe potuto partecipare a Sanremo, ma è musica italiana al 100%.
In un altro post si è anche discussa la proposta della Lega di creare una quota del 30% di musica italiana che le radio sarebbero obbligate a trasmettere (alla quale sono abbastanza favorevole). Che c’entra? In Francia, dove hanno una legge uguale ma al 50%, quando l’hanno varata hanno dovuto creare una definizione legale di “Musica francese”: musica fatta in Francia. Se poi è cantata in Inuit, in Mandingo o in Marsigliese non importa.