Ecco una bella notizia: “Da Lunedi’ 29 Marzo su Radio Techetè ritornano i suoni sperimentali di Audiobox”. Curata da Andrea Borgnino, che ha il bellissimo mestiere di calarsi negli archivi della Rai e riesumare delle meraviglie, il canale Teche della Rai dedica una settimana allo storico programma di sperimentazione radiofonica di Rai RadioUno curato da Pinotto Fava. Ho avuto l’onore, la gioia e la fortuna di collaborare intensamente con AudioBox tra il 1985 e il ’90 ricoprendo una varietà di mansioni, dall’impiegato di concetto fino al programmista regista, il produttore, l’autore e perfino il conduttore della prima edizione della Diretta AudioBox nell’88. Per me è stata un’esperienza formativa basilare che ha influenzato il resto della mia carriera, e l’associazione con Pinotto Fava (libero pensatore, grande apparecchiatore di tavole culturali e artistiche e sublime conversatore – solo per chiacchieranti esperti) è stata profondamente formativa, sia professionalmente che personalmente. Anche gli autori dei molti programmi di AudioBox con cui sono stato associato a vario titolo hanno nutrito di suoni, narrazioni e mondi nuovi la mia mente di ventiseienne alle prese con la ricerca sonora, espandendo i miei orizzonti e orientando parte del mio lavoro futuro. Purtroppo situazioni come quella animata da Pinotto Fava, alcuni collaboratori e migliaia di artisti, musicisti, attori, tecnici, sonorizzatori, registi, poeti e teste pensanti che hanno attraversato AudioBox in quegli anni, oggi non esistono più – e forse non avrebbero senso: il 2021 da questo punto di vista è radicalmente diverso dal 1985 (anche se altrove nel mondo la RadioArte pubblica è viva e sta benissimo). Ma una delle cose belle di AudioBox è che sapeva guardare avanti, talvolta molto avanti. Quindi la settimana dedicata a AudioBox da Radio Techetè non è da leggersi come un’operazione nostalgia – cosa che turberebbe moltissimo Pinotto. Si tratta invece della (ri)scoperta di un metodo, di un approccio, di un’idea sempre diversa di come potrebbe essere la Radio. Un catalogo di radiofonie potenziali esilarante e a tratti travolgente (l’archivio completo eccede le duemila ore di trasmissioni), sicuramente legato a un momento culturale ma anche portatore di un futuro che resta tale anche nel 2021, quarant’anni dopo.