Una parte rilevante del mio lavoro consiste nel produrre idee che poi diventano cose reali. Alcune sono buone (come tenere una rubrica su un mensile musicale parlando d’altro), altre ottime (come insegnare Storia della Cultura Pop), qualcuna invece meno, e talvolta proprio zero. È sempre difficile da dire in teoria, bisogna fare dei test e vedere che succede. È il caso di MOSS che, come spesso capita alle mie idee, funziona su due livelli diversi, uno semplicissimo e l’altro molto concettuale, a volte troppo. La versione semplice: MOSS è un sito che pubblica a cadenza fissa dei post, ognuno dedicato a canzoni su un singolo tema: sigarette, tempo, cappelli, edifici e via dicendo. Tutti i generi, minimo tre brani (talvolta molti di più), link a testi, articoli e musica. La versione lunga la trovate nel “manifesto” di MOSS, un testo infinito nel quale si parla di radio musicale, di internet, di formati futuri e playlist automatiche.
Per testare MOSS dovevo realizzarne qualcuno. Così nel 2015, nella mia mansarda/studio di Amsterdam, ho iniziato a costruire l’idea. Il mio progetto era di farne 3 e poi cercare qualche rivista/sito a cui potesse interessare come contenuto. Invece ci ho preso gusto e ne ho fatti 30. Come mio solito, invece di proporlo a qualcuno l’ho pubblicizzato attraverso i miei canali – con risultati scoraggianti: 4, 6 visite nei primi due giorni e poi niente. Considerando che ognuno di questi post richiede tra le 6 e le 8 ore di lavoro, a un certo punto ho smesso; avevo altro da fare, e poi non c’è niente di peggio che frustare un cavallo morto (come dicono i cow boy). Periodicamente ho aggiornato la versione di WordPress, ma non sono più andato a vedere niente. L’altro giorno, nel mio periodico giro di update ho guardato le statistiche, e ho scoperto che in questi anni MOSS ha avuto un discreto traffico, alcuni picchi (per via a link nei forum) e una frequentazione numericamente minuscola ma stabile. Quindi non solo l’ho aggiornato, ma ho controllato gran parte delle migliaia di link e aggiustato i media player che nel frattempo avevano smesso di funzionare. Non mi aspetto niente, ma riguardandolo continuo a pensare che si tratti di una piacevole variazione sul tema della confluenza tra riviste musicali, internet, streaming e radio.