Chiunque mi conosca sa che non sono uno che si allontana dalle controversie. Anzi, specie in passato ero un piromane delle discussioni, quello che difende l’indifendibile e solleva le questioni più spiacevoli. Oggi sono più saggio ma continuo a avere delle convinzioni a volte estreme e controverse. Quando ho avuto modo di esprimere pubblicamente queste convinzioni l’ho sempre fatto con ardore, seguendo una regola che a me sembrava e sembra basilare: mai predicare ai convertiti, mai rafforzare le opinioni del pubblico. Quindi nei miei spettacoli, concerti, articoli, conferenze ecc. mi è sempre sembrato più sensato affrontare argomenti che sono controversi nel contesto nel quale mi trovo. Non mi verrebbe mai in mente di proclamare “Viva i Centri Sociali” in un Centro Sociale. Loro lo sanno già, mentre invece forse non sanno altre cose, per esempio che la Pornografia può essere rivoluzionaria, un tema che non ha trovato grande ascolto in questo genere di contesti. Se invece sono a una conferenza sulla musica organizzata dal Comune di Milano, allora mi pare giusto raccontare come i Centro Sociali italiani (alcuni dei quali sono stati sgomberati proprio dal quell’amministrazione) siano stati la culla di intere scene musicali essenziali per la crescita culturale di questo paese. Il motivo è semplicissimo: io non sollevo temi controversi perché mi piacciono o mi diverto a farlo. Lo faccio perché mi sembra sensato in termini assoluti, e forse magari perfino utile. Mentre accarezzare gli ideali dei miei lettori o ascoltatori mi pare brutto, viscido e forse anche un po’zozzo. Sarà per questo che non esisto? Molto probabile: chi vorrebbe uno così tra i piedi?