Chianciano o Lourdes?

All’inizio di settembre s’è scatenato l’ennesimo attacco contro l’Omeopatia (dal greco hòmoios, simile, e pàthos, sofferenza; secondo i suoi princìpi, “la malattia ha la sua origine non in cause fisiche esterne al corpo, ma in una perturbazione del Principio vitale che anima ogni organismo vivente. La malattia si manifesta in una totalità di sintomi e segni che sono specifici per ogni individuo, e si riferiscono non solo al corpo, ma anche alla psiche della persona.” (da it.wikipedia.org). Le sue percentuali di successo sarebbero identiche a quelle dei medicinali Placebo (medicine false che, date a pazienti ignari, producono risultati reali), non paragonabili ci risultati della medicina ufficiale.

L’idea del Principio vitale è comune a moltissime medicine tradizionali. La malattia è vista come uno squilibrio che genera dei sintomi, appunto le malattie. Che non sarebbero entità a se (Raffreddore, Mal di Pancia, Lombaggine) ognuna curabile separatamente, ma effetti di una singola causa. E’ un’idea antica, che abbiamo seguito anche noi occidentali per secoli, fino all’avvento di un sistema di pensiero potentissimo, l’unico che abbia veramente cambiato il mondo: la Scienza. Cercare di raccontare la Storia della Scienza in due righe non si può, ma coma funziona lo sappiamo tutti: la Scienza cerca prove, verità incontrovertibili e assolute, documentabili e riproducibili, per capire e domare la meccanica del mondo. Nella Medicina l’impatto del pensiero scientifico è stato un terremoto, che tra le altre cose s’è portata via l’idea del Principio vitale: per la Scienza l’organismo è come una macchina, se un pezzo non funziona si aggiusta o si sostituisce.

Io non ho gli strumenti per valutare le due scuole. So per certo che la medicina occidentale ha debellato molte terribili malattie come la Tubercolosi; che oggi la chirurgia è in grado di asportare i tumori e ridare la vista ai miopi; che, grazie alla scienza, l’aspettativa di vita in occidente è cresciuta. Però mi ricordo anche dei mal di testa di mia madre, di origine lombare (stava seduta delle ore su una sedia sbagliata), curati per decenni dal suo medico con antidolorifici. Un atteggiamento tipico: curare il sintomo senza indagare la causa. Che per mia madre era solo una sedia, ma nel caso di problemi psicofisici o di stress, sempre più diffusi (spesso, mi pare, a sproposito: ormai è chiaro che si tratta di Stress da Stress), richiederebbe maggiore cura (in tutti i sensi). Non solo ma, è un’esperienza che abbiamo fatto tutti, spessissimo i medici ci trattano esattamente come fa il meccanico con un’auto. Non ho esperienze dirette di Omeopatia, ma in India mi sono fatto curare da un medico ayurvedico: prima di darti medicine ti parla lungamente, vuole sapere chi e come sei, che vita fai e come mai, e questo secondo me già ti dispone a guarire, e non è poco.

Nella polemica sull’Omeopatia state coinvolte anche tutte le altre cosiddette Terapie Alternative, diverse e distanti tra loro, alcune con solide basi scientifiche (come la Fitoterapia, che è la Farmacia più l’Erboristeria: invece dell’Aspirina, che è estratto di Salice, si prende direttamente la pianta). E’ un dibattito importante, purtroppo spesso troppo ideologico. E chi ci va di mezzo come al solito siamo noi, che con quello che paghiamo di Servizio Sanitario Nazionale dovremmo essere veramente liberi di scegliere tra Veronesi, Hahnemann (creatore dell’Omeopatia), Di Bella o il Maestro do Nascimento. Ecco perché stride l’intervento del Telefono Antiplagio, che denuncia come ciarlatanerie TUTTE le medicine non ufficiali, con questa motivazione: “Le pratiche suddette non sono state sottoposte a sperimentazione ufficiale.” E che dire delle religioni? Non hanno alcuna base scientifica, i miracoli sono rarissimi, eppure la gente va a Lourdes a migliaia con buona pace del Telefono Antipatico. E’ una linea sottile quella della credulità popolare, che confina da un lato con l’abuso (che andrebbe perseguito con ferocia) e dall’altro con la salvezza. Una credulità che può cambiare la vita: come, mi pare, sta a ognuno.