Cibi tossici

Spesso si sostiene che gli esseri umani siano naturalmente attratti dalle cose malsane, dannose o addirittura tossiche. Nell’alimentazione esiste perfino il modo di dire “Se non fa male non è buono” per descrivere la passione per l’unto, i fritti e i grassi. E’ indubbiamente vero che molti alimenti se privati della componente più estrema perdono parte del loro appeal: non è un caso che i cibi dietetici, notoriamente meno buoni, vengano pubblicizzati con slogan come “senza grassi ma con tutto il gusto”. Tolti i grassi infatti, di solito il gusto se ne va.

Ma a parte i grassi e le fritture ci sono altri cibi molto popolari che sono anche leggermente velenosi; ma non tanto da uccidere, almeno nei dosaggi nei quali si consuma abitualmente. E’ risaputo che il prezzemolo lo sia, tanto che in passato si usava per procurare degli aborti. Anche il pomodoro è lievemente tossico, così come la melanzana. Quest’ultima lascia anche un indizio: quel leggero pizzicorino in bocca e sulla lingua è il sintomo di un piccolo avvelenamento locale.

La stessa sensazione descritta dai mangiatori di Fobu, il pesce palla, velenosissima e ricercatissima leccornia giapponese (un Sashimi di Fobu costa circa 500 dollari). Solo alcune parti del pesce sono mortali, come il fegato (la cui vendita è vietata in Giappone) e la pelle. Ma pare che le altre parti del Fobu siano talmente buone che, una volta assaggiato non si riesca più a smettere.

Anche noi abbiamo cibi così avvolgenti da dare una sorta di piccola assuefazione psico-orale: il Peperoncino, l’Aceto balsamico buono (un’autentica rarità in tempi di moda), i Lampacioni pugliesi, formaggi e salumi di fossa, certi oscuri Pecorini sardi. E poi il Basilico ligure, i Tartufi di Alba, la Liquerizia di Rossano: tutti potenti stimolatori della papilla gustativa, ognuno con la sua specifica azione leggermente malsana, in certi casi proprio velenosa, ma spesso memorabile.

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