Nel quadro dell’unificazione europea uno dei problemi che si sono posti è quello della politica Olandese nei confronti della marijuana e delle droghe in generale. Atipica, bizzarra (a volte anche per i consumatori stessi) ma certamente figlia di una logica imbattibile: la droga c’è da sempre e la gente ne fa uso, perfino se è vietata.
Tutti sanno che in Olanda si può comprare l’erba nei Coffeeshop: le migliaia di italiani fusi in giro per il centro di Amsterdam lo dimostrano. Pochi però sanno che qui non si distingue tra droghe leggere e pesanti, bensì tra sostanze naturali e trattate; ecco perché anche i funghi allucinogeni e perfino la Datura (l’Erba del Diavolo) sono in libera vendita.
Libera ma regolamentatissima: è assai frequente che in questi shop vengano chiesti i documenti; rischiano grosse multe e la chiusura nel caso di vendita a minori. Tra gli altri divieti all’interno di questi locali c’è la vendita di alcolici, il consumo di altre sostanze e, dove ci sono telecamere di sorveglianza, l’uso di cappelli. Dal ’96 è inoltre proibito vendere più di 5 grammi a persona, una sorta di dose media settimanale.
Gli shop fungono anche da centri informativi sulle sostanze che vendono e, specie nel caso degli Smart shop (dove si vendono droghe naturali), sono la garanzia di un dosaggio ragionevole e un’esperienza sicura. L’idea è sempre quella: le droghe esistono, tanto vale che chi le usa possa farlo senza rischi.
Il rapporto tra gli Olandesi e l’erba è assai antico. Si dice che siano stati loro, nei primi anni ’60, ad insegnare ai Marocchini come produrre hashish di qualità, e le loro ricerche sugli incroci tra diverse varietà ha prodotto una vera e propria rivoluzione nella botanica stupefacente. La Nederwiet, la potente ganja olandese, copre oltre il 50% del consumo sia locale che turistico. E, insieme a Van Gogh e ai canali, rende Amsterdam una delle mete turistiche più gettonate del pianeta – e una delle città più ricche del mondo.