Dermatologiamente testato. Surgelato appena colto. Coltivazione biologica. Bellezza e forza interiore. Azienda leader nel settore. Ciò di cui il paese ha bisogno. Tutte queste espressioni le abbiamo sentite milioni di volte, utilizzate indistintamente per pubblicizzare una merendina, un pannolone per incontinenza o una nuova ideologia. La nostra è una società che scopre una nuova parola e la usa, spesso a sproposito, fino ad usurarla completamente e a renderla inutilizzabile per un certo numero di anni (come sta succedendo, per esempio, con l’aggettivo “ecologico”).
L’avvento dell’era digitale sta rivoluzionando molti concetti legati alla nostra vita, dalle comunicazioni all’arte, all’intrattenimento: tutti oggi sappiamo cosa si intende per realtà virtuale e cominciamo ad avere una vaga idea di come questa nuova forma inciderà sulle nostre vite. E’ naturale quindi che San Carlo (non il Borromeo, ma l’azienda leader nel settore del cibo-non cibo: patatine, pop corn e fuffa varia) abbia avvertito con forza la spinta di questa nuova rivoluzione e abbia ritenuto irrinunciabile l’elaborazione di un prodotto in grado di soddisfare le esigenze di una società in rapido cambiamento: i Coni di Mais Virtual Dimension.
Il pacchetto (uguale a quello delle patatine ma color tuta da astronauta) porta sul davanti lo slogan “Il Mondo che Cambia”, il nome del prodotto e la promessa: “Great Extracrunchy Taste!”; ma la vera chicca è il testo sul retro: “Una nuova dimensione del gusto! Un viaggio nel fantastico mondo del virtuale, un’emozione tutta da scoprire! Virtual: là dove immagini, sensazioni, luci e colori danno corpo alle tue fantasie, ecco gli inarrivabili Coni di mais San Carlo al gusto di formaggio. Ti prendono con la loro croccantezza tutta speciale e portano il gusto oltre i confini del possibile. Un piacere tutto reale! Davvero unici col loro ‘Great extracrunchy taste’ (Gran gusto croccante). Solo San Carlo può darti il futuro degli snack”.
Gli ingredienti: LSD? Macché; e neanche microchip, datagloves o fatidiosi caschi stereoscopici, ma più prosaicamente: Farina di Mais, Olio vegetale, Sale, Aromi, Esaltatore di Sapidità (E621). Prodotto Importato (impossibile scoprire da dove: da Marte?).
Innanzitutto i Coni: perchè proprio dei Coni e non, che ne so, Piramidi o Parallelepipedi a base ottagonale? Mica sarà che poi, una volta piazzati sul mercato i Coni di Mais, San Carlo tenterà il colpo gobbo del Gelato Virtual al gusto di Rognone in Umido o Spumone di Spek, disponibile sia coi Coni di Mais che con delle Coppette al Farro e Cialdoni di Maiale in Salsa Tartara? Io mi preoccupo.
Il nome: Virtual; proprio ciò che un cibo non dovrebbe essere, no? E’ cosÒ vero che il povero autore del testo sul retro ha dovuto fare una capriola di senso mica da poco: “… portano il gusto oltre i confini del possibile. Un piacere tutto reale!” Insomma, ‘sto cazzo di gusto è reale o è oltre i confini del possibile? E’ irrinunciabile, imponderabile e iperreale oppure impercettibile, irrilevante e innaturale? San Carlo si decida.
Io dico che le industrie stanno raschiando il fondo della loro creatività per spacciarci cazzate sempre più inutili, se non dannose. E già si intravedono le nuove frontiere del cibo virtuale che l’industria alimentare ha in serbo per noi: prodotti sempre meno sensati (e sempre più unti) a scadenze sempre più serrate. Una cosa patetica. Una vita da cani. PS: Il sapore? Un cesso (multimediale). (si ringrazia Giorgio Bozzo per la segnalazione).