Windows contro Apple? Motorola contro Nokia? Macché: il vero Digital Clash succede in casa, tra la scrivania e il divano, la sedia e la poltrona, il PC e la Tv. E noi stiamo sempre più scomodi.
Tra i molti cambiamenti indotti dalle tecnologie ce n’è uno che sta incidendo piuttosto profondamente su alcune nostre abitudini radicate. Non si tratta di una singola innovazione ma di un complesso di effetti legato a questa fase di passaggio, e che riguarda una sfera davvero insospettabile: la casa e la sua disposizione in rapporto alle nostre varie attività.
Una volta la logistica era chiarissima: alla scrivania si scriveva o si studiava mentre in poltrona si poteva leggere, ascoltare musica o guardare la Tv. I due momenti erano separati, si trovavano in ambienti diversi e non c’era nessuna connessione nemmeno mentale tra questi stati, uno attivo e l’altro passivo, uno produttivo e l’altro ozioso. La prima spallata a questa pax architettonica l’hanno data i videogiochi, da usarsi con la tv ma non spaparanzati sul divano: l’hardware giusto, come sa bene chi gioca sul serio, è la sedia – non la poltrona. All’inizio il computer stava in ufficio; poi si è trasferito sulla scrivania di casa, inducendo piccoli ma rilevanti cambiamenti comportamentali. Un buon esempio è il CD player dei PC, che per molti è l’unico lettore di Compact: per queste persone l’ascolto della musica diventa un’attività legata a sedia e scrivania, non più a divano e relax. Negli anni ’90 sono arrivati i lettori DVD, in grado di leggere anche i CD musicali. Il DVD però non sta vicino allo stereo ne’ al PC, ma sotto la televisione; e se all’inizio pareva assurdo ascoltare i Pink Floyd seduti davanti alla TV, con la diffusione delle casse stereo surround e del dolby 5.1 quell’angolo della casa è diventato il centro dell’intrattenimento domestico. Video, musica, radio, videogames, il satellite e un comodo divano: sembrava proprio che avesse vinto il salotto. Ma la risposta della scrivania è Internet, e la distribuzione digitale di contenuti: musica, film, porno e Tv diventano agevolmente scaricabili e fruibili sul PC – spesso gratis, sempre però vincolati a quella sedia. La cosa è eclatante nel caso del cinema, passato dalla magia della sala al consumo televisivo per approdare ad una scomoda ed inadatta visione da tavolo: nessuno si rilassa davanti al PC, che va bene per Photoshop ma non per guardare American Beauty.
Da almeno tre anni produttori grandi e piccoli stanno lavorando per colmare questo gap tecnologico e fisico, proponendo soluzioni diverse: molti lettori DVD sono in grado di leggere CD masterizzati coi vari formati Internet (Mp3, Divx, ecc.) proprio per favorire il passaggio scrivania/salotto. Tra i giganti del settore Apple propone Airport express, una rete wireless domestica in grado di trasmettere musica dal PC allo stereo, mentre Microsoft commercializza Windows XP Media Center Edition, mostro a due teste dotato di tastiera e mouse ma anche di telecomando che promette di unire i due mondi. Le offerte sono molte ma tutte imperfette, e necessariamente una delle due modalità ne soffre (come sa bene chiunque abbia provato a navigare in rete su un televisore).
La soluzione è quella di unificare i formati, e siamo a buon punto: si parla di 6/10 anni per il passaggio totale, che dovrebbe consentirci la fruizione di qualsiasi contenuto con qualsiasi mezzo. E allora saremo noi a scegliere se guardare Barry Lyndon sul cellulare, leggere l’Economist alla Tv, ascoltare Brahms nel telefono, seguire il campionato da una sedia o controllare l’email col frigo (tutte opzioni peraltro già disponibili): se l’intelligenza artificiale fa alcuni passi avanti, non è detto che quella umana debba necessariamente seguirla.