Uno degli stati di coscienza più ricercati negli ultimi anni è l’efficienza; rendere di più, meglio e più a lungo è spesso una nevrosi, oltre che una dura necessità dettata dalla situazione economica. Doppi turni, straordinari, orari massacranti stanno diventando in moltissimi casi la norma, spesso con l’ausilio della chimica da banco.
I supermarket di mezzo mondo offrono una grande varietà di prodotti stimolanti; si va dai vari beveroni agli snack con Guaranà, Pappe Reali, Propoli e Ginseng di ogni genere. Regina della stimolazione da scrivania resta però la Caffeina, disponibile anche in comode gomme da masticare (“Due pezzi equivalgono ad una tazzina di caffè”) e in combinazioni pirotecniche – tra cui la Cafiaspirina.
Una recente inchiesta parla di un boom dell’uso di questi prodotti nelle scuole superiori. E curiosamente proprio la scuola sta diventando un luogo centrale per questa questione. Tutto è iniziato con la scoperta del ADD (Attention Deficit Disorder), o meglio con la sua riscoperta. Fino agli anni ’80 i bambini diagnosticati erano pochissimi: negli Usa si è passati da 500.000 nell’85 a 5-7 milioni oggi.
La cura è affidata principalmente al Ritalin e a nuovi farmaci come l’Allerall. E se da un lato certamente questi rimedi aiutano persone con disturbi dell’attenzione molto gravi, pare che non di rado vengano somministrati con una certa disinvoltura anche a bambini semplicemente difficili, molto vivaci (è uno dei sintomi dell’ADD) o discoli (altro segno).
Tenendo conto che se da un lato è certamente importante aiutare dei ragazzi in difficoltà, dall’altro la scuola (e anche l’adolescenza) può essere fonte di grandi pressioni, e se chi non ce la fà (o non si conforma) deve prendere l’Allerall, che contiene Amfetamina, forse si sta esagerando. Arte questa in cui negli Usa sono maestri, ma che pure noi impariamo assai velocemente.