La paura, si sa, è una bruttissima bestia. Lo sarebbe già da sola, ma se questo spiacevole sentimento viene alimentato apposta, l’orrore è centuplicato. Purtroppo è il caso dell’Italia del terzo millennio, in preda a un panico davvero terrificante. Rom, rumeni, pedofili, trafficanti di organi, serial killer, assassini, molestatori di ogni risma: siamo circondati da mostri, orrori innominabili, pericoli incombenti. Il rischio si annida ovunque: in centro città, nelle periferie urbane, nei piccoli paesi; il nemico può essere diverso da noi ma anche simile, animato da scopo di lucro oppure semplicemente assetato di sangue (in molti casi entrambe le cose). Se la prende cogli indifesi, bambini, anziani, donne sole, ma anche con gli altri, con voi, con me. Ma sarà vero?
A guardare le statistiche sembrerebbe di no. Alcuni crimini sono in aumento, altri in diminuzione, ma l’andamento generale sembrerebbe in linea con gli ultimi 50 anni, e col resto d’Europa, Camorra a parte. Certo, esistono nuovi fenomeni – come la delinquenza da parte degli immigrati – ma anche noi ci difendiamo benissimo. I crimini più efferati, quelli che colpiscono maggiormente l’opinione pubblica, restano appannaggio quasi esclusivo dei nostri connazionali: dalla corruzione alla malasanità, fino al fare a pezzi i propri vicini e surgelarli nella cantinetta. La maggioranza degli episodi di pedofilia e violenza sulle donne riguarda familiari e amici intimi, e più della metà degli omicidi sono “di prossimità”, cioè tra persone che si conoscono . Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta sono fenomeni locali, e comunque in flessione – dato l’ottimo lavoro svolto dalla magistratura e dagli inquirenti. Insomma, pare che la sicurezza non dovrebbe essere proprio la prima delle nostre preoccupazioni.
L’inquinamento atmosferico viceversa, nei prossimi 10 anni farà molte più vittime della criminalità Rom. Così come lo smaltimento improprio dei rifiuti speciali (che ucciderà per generazioni), o l’aumento esponenziale della potenza delle automobili. L’adulterazione alimentare è un fattore di pericolo per la nostra sicurezza assai più reale della prostituzione in strada (che comunque dovrebbe avere zone legali di esercizio), dove il vero fattore di rischio sembrano essere i clienti (italiani) che richiedono prestazioni non protette. Mi pare che il mercato globale completamente de-regolato, la ragione per cui i prezzi di riso e farina sono volati negli ultimi mesi, sia un attentato alla mia sicurezza (e alla dignità umana) infinitamente più grande di qualsiasi banda di albanesi. E non lo dico solo per Bonismo, ma anche per un motivo più gretto: se uno stipendio del Mali non basta più a comprare il riso, è ovvio che molti maliani cercheranno di emigrare illegalmente e, non essendoci qui poi così tanto lavoro, è facile che qualcuno di questi attenti alla nostra sicurezza.
Ma in Tv la paura viene assai meglio del riscaldamento globale. Vuoi mettere un bel titolo come “Albanese circuisce seienne di Monza per rubargli la merenda” contro “Polveri sottili: in Europa X milioni di morti nei prossimi 5 anni”? Non c’è storia: la paura tira, fa vendere e aiuta gli italiani a dimenticarsi le discariche abusive, la corruzione endemica o anche solo che Rete 4 occupa illecitamente le frequenze di un altro.
Così il Tg 5 dice che devo avere paura dei Rom, e il governo decide di schierare l’esercito nelle città, organizzando pattugliamenti notturni delle periferie urbane. Me ne ricordo solo in altre due occasioni: per il rapimento Moro e nell’operazione Vespri Siciliani contro la Mafia. Lo stesso governo autore del capolavoro del G8 di Genova ordina all’esercito di presidiare le città. Mi pare una svolta nella vita democratica del nostro paese: da domani la sicurezza delle strade sarà garantita dai marines. Ma la sicurezza da cosa? Da qualsiasi cosa, e questo include naturalmente anche tutti quanti noi.
Sottoscrivo in pieno caro Sergio.
Tuttavia molte persone che conosco, anche apparentemente sane di mente, mi dicono che con il militare di leva per strada “si sentono più sicuri”. Mah.
Ho rivisto da poco “Rocco e i Suoi fratelli”. I lucani di allora come gli immigrati di oggi. La donna milanese che vedendoli passare con le loro povere cose dice alla vicina: “che se ne stessero a casa loro”. Memoria corta di noi Italiani, complici i media.
Complive i media e le camicie verdi.