Tra le molte piante psicoattive spontanee i Funghi spiccano per varietà di specie. L’uso pare risalga addirittura al Neolitico; dimenticato in Europa per millenni, è riemerso negli anni ’60 sulla spinta della rivoluzione psichedelica e in particolare dei libri di Carlos Castaneda.
Sono oltre 150 le specie di Funghi allucinogeni nel mondo, di cui una quarantina diffuse in Europa, praticamente ovunque dalle Repubbliche Baltiche alla Gran Bretagna (dove sono comunissimi) fino alla Scandinavia e all’Italia. Nella maggior parte di questi paesi se ne fa un uso ricreativo; ovviamente sono proibiti in tutti.
Da noi ne sono presenti una quindicina di specie; la più comune è la Psilocybe Semilanceata, diffusa su Alpi e Appennini settentrionali. Particolarmente nota per l’abbondanza è la zona al confine tra Emilia e Toscana; la sua stagione è l’autunno, ma spuntano anche in primavera.
E l’effetto? Dice Giorgio Samorini (uno dei massimi esperti italiani): “Dopo una prima breve fase caratterizzata da sensazioni di debolezza, tremore agli arti inferiori, percezioni di movimenti interni addominali e, in alcuni casi, nausea, subentra una seconda fase durante la quale si sperimentano vivide percezioni dei colori, distorsioni temporali con contrazione del tempo, sino ad ottenere vere e proprie allucinazioni, dimensioni onirico-simili ed euforiche, accompagnate da stati intuitivi, creativi ed emotivi specifici per ciascun soggetto. Questi effetti coprono solitamente una durata di 3/6 ore; permane una buona memoria dei fenomeni sperimentati.”
Ma non sono velenosi? Certamente lo è l’Amanita Muscaria (il fungo bianco e rosso delle fiabe) ma pure la Psilocybe: diversi i ricoveri per abuso negli ultimi anni. Invece sui ben noti avvelenamenti da Funghi dice Samorini: “Va notato che questi rari casi non riguardano mai le intossicazioni “volontarie”, ovvero quelle non dovute a fini culinari.” Insomma ne ammazza più la gola della droga. (www.samorini.net)