I Neo-gutturali

Una delle buone ragioni per vivere in questo tipo di mondo è certamente assistere agli effetti della rivoluzione tecnologica che pian pianino sta rivoluzionando molti aspetti della vita di tutti, nel bene e nel male. Quando i Cinque Stelle parlano di democrazia digitale o di “giudizio della rete”, si riferiscono a qualcosa che non esiste ancora davvero nel 2013, ma che molto probabilmente in futuro ci sarà. Esiste ancora oggi un digital divide, anzi molte separazioni diverse: generazionali, culturali, lessicali, linguistiche, ecc. Personalmente credo che Wikipedia sia una notevole conquista dell’umanità (nonché una preziosa risorsa). Ma il mio vicino sarà d’accordo? E suo zio montanaro? E chi parla una lingua rara? E Borghezio? Lui può sempre consultare Wikipedia in lumbard (lmo.wikipedia.org/), esilarante tentativo di tramutare un dialetto in lingua: come spiegare altrimenti la voce Nümar irazziunaal? Esiste qualcuno che cerca i numeri irrazionali ma non conosce altro che il bergamasco? Se da un lato Internet ci regala risorse come Wikipedia, o il mio attuale passatempo colto Google scholar (scholar.google.com, il motore che ricerca nei testi accademici), poi consente (legittimamente, secondo me) a un manipolo di facinorosi lombardi di scrivere “I nümar irazziunaj i è precisameent chij da che l’espansiú decimalasa la ferma mai” senza coglierne il ridicolo, ma invece sentendosi attivi e partecipanti.

Questo è un effetto collaterale comunissimo, dal quale è difficile essere esenti: la rete è fatta per partecipare, e i suoi strumenti sono immediati (forse perfino troppo) e molto vari: posso scrivere, fare video, foto, e poi sottotitolare i video, mettere didascalie nelle foto… Non ci sono limiti alla creatività – avendone una. E infatti moltissima della creatività brillante di oggi passa per la rete. Purtroppo ci passa anche molto altro: razzismo, sessismo, omofobia, odio, ecc. Eh sì, perché se di gente creativa ce n’è un bel po’, e spesso su Tumblr si ride forte, sono una piccola minoranza rispetto a chi, non avendo (legittimamente) nulla da creare, invece usa la rete per protestare, trollare, strillare e in generale partecipare in modo rumoroso. E se tu pensi una sciocchezza, tipo che Elvis è vivo (oggetto di una indimenticabile e costosissima puntata di Voyager), troverai milioni di fessi prontissimi a giurare che è così. Meglio ancora se dici che qualcuno è una merda. Se poi dici che la merda è la casta, i politici o lo stato, becchi una marea di mi piace. Perfino se non sai come dirlo, se lo dici male: chi se ne frega, nell’orgia dei vaffanculo chi bada ai congiuntivi, o perfino alla verità di quello che affermi? L’intervista al neo-eletto grillino che svelava il “complotto degli impianti sottopelle” è la punta di un iceberg talmente grande che esiste anche la parodia: il gruppo Facebook Siamo la Gente, il Potere ci temono produce satira proprio su questo (e su Grillo, che è anche un po’ un effetto di questo fenomeno).

Insomma, l’impressione è che in rete l’ignoranza vinca sempre e, anche grazie a un apparente anonimato, l’anti-tutto per principio regni sovrano – ed è certamente così, almeno negli spazi “pubblici” come i social network. Tant’è che, al grido di “Via la casta! Vaffanculo! Psiconano!”, adesso abbiamo della gente in parlamento. Qualcuno anche apparentemente dotato di favella, ma nella gran parte non mi pare. Mi sembrano, loro e il loro capo, il prodotto perfetto del trionfo dello strillo forte, del Vaffanculo senza forma e senza sostanza, in nome della “gente” e contro la casta – ma non si capisce a favore di cosa. E’ il contrappasso della rete, uno strumento meraviglioso che però in questa fase premia chi strilla e non chi ragiona (non solo in politica), dove prevale l’opinione ovvia e non quella innovativa (facendo tornare in mente la terribile espressione Il popolo bue) e dove se hai più mi piace hai vinto. Mi piace? Mica tanto.

6 thoughts on “I Neo-gutturali

  1. Sono un bergamasco, uno che parla la sua lingua, difensore delle mie tradizioni e parlo lombardo (lingua riconosciuta dai linguisti mondiali e con suo codice ISO) Parlo anche italiano e inglese. Per la precisione, Borghezio è piemontese. Anch’io uso Google school per la ricerca di documenti come lei. Non capisco la sua chiusura mentale con le altre lingue. Condannò ogni forma di glottofobia e mi auguro in una maggiore apertura mentale nei suoi lettori.

    1. nessuna chiusura mentale, amo i dialetti e gli slang. Ma la voce ” Nümar irazziunaal” su Wikipedia in lombardo mi fa ridere e riflettere: a chi serve?

      1. Perché fa ridere? è una lingua al pari dell’italiano, con una propria grammatica e una propria letteratura.
        È riconosciuta a livello internazionale da enti come l’UNESCO.
        È ingiusto che lombardi che amano la propria terra e cultura siano derisi e trattati come zotici quando tentano di preservarle.
        Stessa cosa vale per tutte le varie lingue parlate in Italia, dal piemontese al siciliano.
        Ma oramai lo stato preferisce eliminare queste lingue per favorire un omologazione dell’italiano medio, cancellando tutte le varie sfaccettature che hanno reso l’Italia ciò che è, e che non hanno fermato i nostri nonni dal sentirsi parte di un unica entità.

        1. Fa ridere perché si tenta di trasformare un dialetto in una lingua, con risultati comici: come si dice Pannello Fotovoltaico in lombardo, Cellule staminali in pugliese o Prodotto interno lordo in veneto? Non si dice, sono parole della lingua italiana, non espressioni dialettali. Ho molto rispetto e tavolta amore per certi dialetti, e penso che le parole vadano rispettate. Quindi non mi piacerebbe tradurre Cassœula in italiano, e mi fa molto ridere il contrario: Nümar irazziunaal? Per cortesia.

          1. Perché, “fotovoltaico” è un termine italiano? Chi, senza sapere il suo significato che viene in parte dalle lingue classiche, può capire che indica la generazione elettrica dalla luce e non una foto di Alessandro Volta? E ciò vale per la stragrande maggioranza dei termini che si devono usare per parlare di scienza. L’italiano è forse lingua solo per chi ha frequentato il liceo classico?

            Cos’è, parlando italiano, un diodo, un transistore, un sarcoma, un mitocondrio o il benzene? Non siamo forse davanti ad un volgare, l’italiano, che gioca a fare la lingua prendendo parole in prestito da latino, greco e ormai inglese, creando forme bizzarre per il parlante medio? Tra l’altro, tale ragionamento vale anche per “irrazionale”, che in italiano indica un qualcosa di contrastante con la razionalità (come le posizioni sostenute in questo articolo, non tutti son linguisti, d’altronde, sarebbe bene approfondire l’argomento prima di scrivere proclama però), per quanto riguarda la matematica, ha un significato che passa da una strada diversa (ratio nel senso di conto, non di raziocinio). Se l’italiano non giocasse a fare la lingua, un numero irrazionale sarebbe semplicemente un numero pazzerello.

            Tra l’altro, visto che si parla proprio di bergamasco, faccio notare che vi è un dizionario, pubblicato dall’Abate Angelini nel 1700 e disponibile liberamente in formato PDF, dove son trattati i più svariati aspetti del sapere umano, inclusa matematica, fisica, medicina e filosofia. Il tutto, senza nulla di comico o divertente. Su quali bocche abbonda il riso?

            Tornando a noi:

            “Pannello Fotovoltaico” in lombardo si dirà “panell” (forma innovativa, ma diffusa in tutte le principali lingue romanze) “fotovoltaich” (dato che come abbiamo chiarito prima, foto viene dal greco e voltaich è semplicemente una corretta formazione lombarda, esattamente come “voltaïque”)

            “Cellule staminali” in pugliese (posto che non è un dialetto unico) si potrebbe dire “cellula stamenale” (e, come abbiamo visto prima, “staminali” non è italiano, è una costruzione di origine greca) oppure si può seguire la via di spagnolo, catalano e galiziano e chiamarla “cellula matre”.

            “Prodotto Interno Lordo” in veneto è la più semplice, dato che esistono sia le parole per “prodotto”, che per “interno” e per “lordo”. Penso siano parole diffuse in qualsiasi società almeno agricola che produce qualcosa, deve distinguere il netto dal lordo e conosce la differenza tra interno ed esterno: Wikipedia in veneto dice “prodoto interno lordo”, si sa che il veneto è parecchio simile all’italiano… in lombardo, preferirei una forma del tipo “Prodot Brut de Dent”.

            L’errore è assumere che siano parole della lingua italiana. Non lo sono. Anche il dizionario li chiama “composti formati modernamente”. Se l’italiano non avesse creato questi termini colti, probabilmente diremmo “pannello generacorrente”, “cellula madre” e, per gli esempi che ho fatto a inizio commento, “componente elettrico a una via”, “controlla-interrompi”, “cancro di tessuti fibrosi e ossei”, “motore della cellula” e per benzene, beh, buona fortuna.

            Se sembra linguaggio infantile, è perché nei fatti lo è. L’italiano, senza prestiti da lingue “superiori” è incapace di esprimere concetti moderni e scientifici in modo conciso, completo e francamente non ridicolo. Proprio per questo, ne fa ampio uso. Per quale ragione deve sembrare ridicola la stessa cosa fatta da comunità che parlano una lingua regionale o minoritaria, se non per uno stigma sociale – completamente estraneo alla linguistica – che è indistinguibile da quello che muoveva i francesi contro l’occitano (la bellissima lingua letteraria che tutti studiamo all’inizio del percorso di letteratura italiana), i franchisti contro il catalano, l’Impero Russo contro l’ucraino e, in tutta onestà, i contemporanei di Dante contro i volgari?

            Avessimo seguito questa logica qualche secolo fa, non sarebbe mai nato l’italiano!

  2. Apprendo (dal visitatore qui sopra, al cui commento non ho altro da aggiungere) di essere glottofobo. Mi piace così tanto che forse lo dichiarerò quando mi chiedono la professione.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *