Mestesso.com

Fino a qualche anno fa (pochi in senso storico, secoli nell’era digitale) Internet era considerata un po’ un mondo a parte rispetto alla Realtà. Poi fortunatamente si è capito che la rete è uno strumento insostituibile non solo per divertirsi e informarsi ma anche per rappresentarsi, e oggi sappiamo che in molti settori come quelli legati alla creatività avere una presenza visibile in rete è una delle chiavi per progredire. Certamente non l’unica, ma una sempre più importante. Essere un esordiente in questi campi non è mai stato semplice. Spesso ricevo posta (elettronica ovviamente) in cui mi si chiedono lumi e dritte: musicisti, fotografi, videomaker ma anche illustratori a mano o scrittori: “Che faccio, tengo sia Myspace che Facebook, Linkedin e Flickr? E come posso collegarli fra loro? Metto dentro contenuti o solo degli estratti? E Google come mi trova?” Ho pensato quindi di buttare giù alcune regole di base, che naturalmente sono le mie, quindi di sicuro opinabili.

Se il vostro mestiere, presente o potenziale, è di questo tipo fatevi innanzitutto il vostro sito, nomecognome (o nomedellaband) punto qualcosa, meglio se un suffisso internazionale come com, net, org, info ecc. Avere un sito .it implica di dover avere un server italiano, e non è quasi mai la scelta conveniente. Questa è la vostra base in rete, il posto dove si trova potenzialmente tutto quello che vi riguarda. La vostra email dovrebbe essere consistente col nome del sito. Poi potete ridirigerla altrove se preferite, ma chiambrettinight@gmail.com fa proprio ridere. Una nota sul nome delle band: se vi chiamate Mario & i suoi Rossi sono dolori, e salvo a usare le virgolette nella ricerca nessuno vi troverà mai. Viceversa gli Unbelievable Cazzons (ottetto ska core di origini chazare) li trovi subito, e così Moltheni e Dolcenera, ma non i Blur o i Muse.

Il vostro sito dovrebbe somigliarvi anche nell’aspetto – specialmente se siete dei creativi: la tristezza sconfinata dei Myspace degli illustratori è insensata, e inutile. Dovrebbe contenere tutte le informazioni che vi riguardano, e aggregare le vostre propaggini digitali. Il punto infatti non è di non essere su Facebook o su Youtube, ma di non fare di queste piattaforme la vostra base. La sezione video del mio sito è interamente altrove, ma appare anche sul mio, dove fa molto più traffico. Quindi l’indirizzo di un mio video sarà sergiomessina.com/livecazzons invece di youtube.com/watch?v=A1FK620bS7A: vuoi mettere? Lo stesso vale nella musica per Jamendo, ma non per Myspace o Itunes, e per le immagini con tutti. Il concetto è: perché mandare altrove chi cerca noi? Se è vero che un social network è un “balcone digitale” dal quale socializzare, dov’è il resto della casa, il soggiorno e il bagno?

Contenuti: qui naturalmente ognuno si regola come vuole. In linea di principio vale la regola evangelica sul non fare agli altri quello che non piace a noi. Da utente: ti piacciono i sample da 30 secondi delle canzoni? Preferisci invece l’intera canzone anche in streaming non scaricabile? O la musica che scarichi, se ti piace, poi ti invoglia a averne ancora, o magari a andare al concerto? Ti piacciono le foto minuscole, o le preferisci grosse ma con disclaimer? Tutte le opzioni sono praticabili, sulla base di una semplice considerazione: più ce n’è più si gode, più gli utenti vengono e tornano.

Fare e mantenere un sito oggi è diventato semplice e economico; conoscere un minimo di html nel 2010 è utilissimo, e si può imparare da casa, gratis e senza troppo dolore. Non solo: questo consente una cittadinanza digitale consapevole, attiva e anche libera. Già, perché il Myspace se vogliono ve lo chiudono, come sa benissimo chi si è postato con le tettine di fuori (un gesto non solo liberatorio e trasgressivo ma anche gioioso e innocuo). Se la vostra creatività è anche urgente e pericolosa (per me ingredienti essenziali), allora avere un porto sicuro, con un dominio non italiano e magari residente all’estero (dove la libertà di parola è un valore), oggi è una sicurezza.

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