La nutella piace praticamente a tutti; è una delle fissazioni alimentari degli italiani, dovunque vai la trovi e da qualche anno a questa parte viene anche servita su crépes, focacce calde e altri supporti farinacei, che la valorizzano e ne esaltano il gusto. Ho degli amici che non potrebbero vivere senza, e altri che la considerano un piacere occasionale e proibito. Conosco persone (poche) che la sostituiscono disinvoltamente con la ciaocrem o altri surrogati (mono, bi o anche tricolori) ed altre che considerano questi ultimi dei pazzi privi di discernimento. Mio cugino la spalma sul pandoro: personalmente trovo questa voluttà leggermente esagerata. La mia amica austriaca Sandra (si, la nutella ha una vocazione europea) mi ha confessato che lì mettono il burro tra il pane e la nutella, e anche questa mi pare una pratica un po’ estrema. Devo però ammettere che qualche perversione con la nutella ce l’ho anch’io: a volte, quando apro un barattolo nuovo, mi piace inaugurarlo col dito (col dito l’orgasmo è garantito, recitava uno slogan femminista degli anni ’70: era vero).
E allora mi chiedo: perché la nutella si pubblicizza? Da chi ha bisogno di farsi conoscere ancora? Non ne mangiamo già abbastanza? Dove vuole arrivare la Ferrero? Io capisco che debba mantenere le quote di mercato e tenere alta l’immagine del prodotto, ma veramente non capisco a cosa servano alcune iniziative pubblicitarie della nutella. Non capisco gli spot, così banali, e non capisco le cazzate che includono nei barattoli.
Un po’ di tempo fa ci ho trovato una toppa da cucire sul giubbotto con la scritta “nutella team”. Ho pensato: “ma vaffanculo” e l’ho buttata. Il barattolo successivo conteneva un librino rosso, tre cm per due, intitolato “le ricette del nutella team”; 26 pagine (l’oggetto è bellissimo) che ci presentano questa inquietante congrega di poveracci: il nutella team. Dopo le prime due pagine di informazioni nutrizionali (fuorvianti, nella migliore delle ipotesi), il librino dice: “E se qualcuno pensa che nutella faccia venire i brufoli, stia tranquillo! Diversi studi hanno dimostrato che i brufoli non dipendono dalla dieta seguita.” Mai avuto il brufolone dopo la mangiata di uovo di pasqua? Impossibile, secondo questi qua. Questi chi? Ma i ragazzi del nutella team: “Non sapete chi sono i ragazzi del nutella team?” prosegue la bibbietta, “Un fantastico gruppo di affiatatissimi inseparabili amici, accomunati da un’unica grande passione: la nutella.” Ora, solo immaginare che esista un gruppo di ragazzi che ha “un’unica grande passione: la nutella” già mi pare infernale; non vanno al cinema, non scopano, non giocano al tennis, non fanno viaggi ma si fanno di nutella tutto il giorno e passano la vita a cercare nuovi e più poderosi metodi per farsela, proprio come dei tossici.E la Ferrero, in questo peggiore del cartello di Medellin, confeziona un librino di queste infernali misture, con l’evidente scopo di creare nuove vittime, altri poveri ragazzi che perderanno ogni interesse nel mondo esterno per finire chiusi in casa col cucchiaino in mano.
Le ricette del nutella team sono meravigliose; vorrei incontrare e abbracciare il gruppo di esperti che le ha ideate: “Poi c’è Rocki, quasi una specialista: mai provate le sue PENNETTE GOLOSE ALLA NUTELLA? Scopritele e… non le lascerete più (come la morfina, ndr). Fate cuocere 200g di pennette in acqua bollente appena salata. Nel frattempo mettere la nutella in una terrina da forno. Appena la pasta è cotta rovesciarla nella terrina e mescolarla alla nutella. Cospargere con un leggero strato di cacao e sopra uno di zucchero. Mettere per pochi istanti nel grill per caramellare lo zucchero.” Vi risparmio la bruschetta alla nutella…
Come gli viene in mente al dolciume più famoso e riverito d’Italia di inventarsi e poi proporre una porcheria del genere? Non lo so. Chi è il forsennato che l’ha inventata? Non lo so. Il signor Ferrero non ha nessuno che lo consiglia, anche solo un po’ meglio? Non lo so. Qualcuno si indignerà per questo? Certamente no, se non il sottoscritto.
Che mondo sarebbe senza nutella? Un mondo dove si troverebbero più facilmente tutte le creme di cioccolato alla nocciola che si producono artigianalmente in Italia e altrove, buonissime, sconosciutissime e felicemente prive di questa patina di ideologia viscida che ultimamente ricopre la buona vecchia ottima pessima nutella.