A pensarci bene è ovvio: in un mondo proteso verso il futuro, il passato assume spesso un sapore speciale. In certi settori questo è talmente vero che una delle keyword del ventunesimo secolo è certamente Vintage. Il futuro sarà anche sexy, ma il passato sembra avere un fascino davvero speciale. Dal vestiario al mobilio, passando per settori davvero improbabili come la tecnologia, oggi si avvera al 100% il vecchio proverbio inglese: Old is gold. Questo è ovviamente verissimo anche per il porno, forse anche più che in altri settori: il gusto dei bei tempi andati qui assume una profondità davvero inaspettata.
Il tempio del Vintage Porn non è un sito internet bensì un Newsgroup, un gruppo aperto di discussione della rete Usenet, alimentato dagli utenti stessi. Con grande amore: ogni giorno vengono pubblicate 2/300 immagini di retro porno, e molto spesso si tratta di scansioni fatte dagli utenti medesimi, o di immagini raccolte nella preistoria della rete. Navigare il gruppo alt.binaries.pictures.erotica.vintage è quasi sempre un’esperienza assai istruttiva; a volte diventa quasi esilarante. La varietà è davvero infinita: si va dalle cartoline piccanti da barbiere alle foto delle spogliarelliste anni ’60, passando per Bettie Page (e il suo geniale fotografo/regista Irving Klaw), le Ziegfeld follies, il porno scandinavo degli anni ’60 (ovvero la nascita dell’Hard), la bella Abissina, il variegato universo delle pinup girl, l’epoca d’oro dello Strip Tease, gli affreschi pompeiani… Una sorta di storia enciclopedica dell’immagine erotica.
Per decenni l’erotismo esplicito è stato anche, e soprattutto, una questione di lifestyle: l’incredibile fascino sensuale che le parole ballerina o soubrette avevano sui nostri nonni non aveva tanto a che fare con l’avvenenza quanto con lo stile di vita, che si immaginava libero, disinvolto e disinibito. Molte di queste immagini, specie quelle a cavallo tra le due guerre mondiali, sottolineano questo aspetto: la nudità è spesso apparentemente accessoria alla disinvoltura, alla naturalezza se non addirittura, come nel caso di Bettie Page, a un atteggiamento di sfida alle convenzioni sociali. Naturalmente anche l’innocenza e l’assenza di malizia erano potenti segnali sessuali: Hugh Hefner ha più volte raccontato di aver visto le prime tette nude su National Geographic.
Tutto è molto più soft della pornografia attualmente in circolazione. Questa è sicuramente una delle ragioni del suo successo: non solo ha un valore in quanto passato remoto, ma propone un’idea di sensualità mischiata a altri elementi, dal gioco all’esotismo, introvabili nelle produzioni di oggi. Questa è una delle ragioni del valore, anche intrinseco, di queste immagini, che vengono regolarmente vendute su Ebay per un bel po’ di soldi. Naturalmente però, per venderle bisogna mostrarle, scansionarle e metterle in rete, dove vengono regolarmente piratate e messe nel newsgroup, con buona pace dei venditori (che certamente non ne possiedono i diritti di utilizzo). Questo crea una situazione interessante: l’oggetto fisico, la foto, e cioè l’unica cosa preziosa per il collezionista, mantiene il suo valore economico; mentre il “contenuto”, e cioè la copia elettronica (spesso ad alta risoluzione), può essere messo liberamente in circolazione e condiviso. Un po’ come hanno fatto i Radiohead col loro ultimo album. E’ il bello della cultura digitale: riguarda tutto e tutti, e funziona sempre allo stesso modo.
immagini tratte dal newsgroup alt.binaries.pictures.erotica.vintage