Sono un grande fan di Onlyfans, che secondo me è uno dei migliori segnali di futuro nell’attuale presente. Lo uso? No, ci ho guardato un po’, ho capito come funziona ma purtroppo sono fan di cose diverse da quelle finora proposte. E poi sono antico, ma se all’epoca ci fosse stato l’Onlyfans di Suzi Quatro sarei stato un fan accanito di quelli col badge. E non escludo in futuro di aprire un account dove proporre insieme le mie forme e i miei contenuti a fan di ogni genere, vecchi e nuovi. Apprezzo OF per due ragioni, una contingente e una filosofica.
Credo sappiate tutti che negli ultimi anni il dibattito italiano su OF è girato intorno a una questione miserabile: donne linciate sui media e chiamate con dei nomi brutti solo per essersi proposte su questo sito, guadagnando dei soldi. Idee medievali, bacchettonismo sfrenato, equiparazioni impossibili: “Vendono il proprio corpo!” Ecco: a qualcuno che non coglie la differenza tra produrre contenuti in proprio scegliendo scenari e pratiche, assecondando la propria sensibilità nella sicurezza della propria casa, semmai circondandosi di complici/collaboratori e fare pompini a sconosciuti nelle loro macchine sotto un ponte da sola, io non so cosa dire. Se non sperare che il loro signore se li prenda quanto prima così possiamo evolverci. Il dibattito è avvilente ma come sempre è utile a capire lo stato delle cose, che mi pare brutto ma non pessimo. Se c’è una fetta della popolazione che disapprova, inclusi i loro rappresentanti in parlamento, mi pare che in molti invece colgano le differenze e capiscano il concetto. La strada è lunga e ardua ma ci arriveremo. Come dite? È diverso dalla prostituzione ma comunque una cosa brutta? Dipende: l’altoforno, il delivery o il magazzino di Amazon sono cose belle?
Ma è l’aspetto concettuale di OF che mi attira molto. Nei miei anni di ricerca nella pornografia amatoriale ho capito una cosa: non esistono confini al desiderio, che talvolta si manifesta in forme particolari, specifiche, puntiliste. È il motivo per cui le app di incontri sono suddivise in generi, in gusti: se cerchi il Bondage non vuoi vedere chi cerca scambisti o preferisce le palestrate. Funziona allo stesso modo col porno, amatoriale o meno. Oggi l’offerta è sterminata, non solo in verticale (molto materiale dello stesso genere) ma anche in orizzontale: qualsiasi forma di possibile variazione dalla norma (le solite tette, culi, cazzi) è presente. È così anche su OF dove, oltre alla magica triade, c’è un mondo immenso di offerta alternativa, qualcuna sorprendente, altre impensabili, che però da qualche parte nel mondo hanno dei/delle fan. Dai rutti alle punk, dai piedi sporchi alla lingerie XXXXXXL, la varietà toglie il fiato. Non solo: si entra in contatto diretto, si stabilisce una “relazione”, e in molti casi la soddisfazione è mutua, specie se si tratta di pratiche non convenzionali. Ovviamente la maggioranza di chi si propone è costituita da professionisti/e che si guadagnano da vivere su OF; la loro offerta però molto spesso è mainstream: se vuoi fare dei soldi seri devi almeno mettere in mostra un bel culo/tette/cazzo.
Nella musica è precisamente lo stesso, e a fronte della solita solfa (i culo/tette/cazzo musicali che piacciono a tutti, e quelli che li/le imitano) c’è un meraviglioso mondo di varietà che attira proprio quelli che non sono clienti di quella solfa. Cioè me, e forse anche voi. Gente che non si accontenta del solito ma invece ricerca il particolare: non devo sicuramente spiegare la bellezza di avere gusti non convenzionali ai lettori di Rumore. Purtroppo però, tranne in rari casi, il modello di fruizione della musica nel 2023 è lo streaming – il Pornhub della musica. Dove trovi tutto ma non compri niente, non salvi niente, non sai niente, e se ti distrai un attimo sei di nuovo in mezzo a cazzi, tette e culi. Piattaforme dove, come sappiamo, chi è di nicchia guadagna pochissimo. Mentre starebbe molto meglio su qualcosa come OF. Dove i fan possono entrare in contatto con l’artista e sostenerne direttamente il tragitto estetico, in uno scambio che è insieme antico (i fan esistono dall’inizio) e modernissimo, e dove i piani talvolta si mescolano – come nel Rock’n’roll: o la Beatlemania è stato un fenomeno musicale? Chi compra i dischi (nuovi) nel 2023 lo sa, non si comprano per la musica, disponibile ovunque. Bandcamp l’ha capito talmente bene che i supporti sono venduti nell’area merchandising: roba da fan.
Il mio piano è semplice: dirottare Onlyfans e farlo diventare un luogo di offerta artistica totale, dove puoi comprare il mio corpo, la mia musica, la mia mente e forse pure la mia anima. E dove finalmente potremo sfogare i nostri istinti primordiali in un’orgia digitale selvaggia senza limiti. Non sarei mica il primo: “If I could stick my pen in my heart and spill it all over the stage, would it satisfy ya, would it slide on by ya, would ya think the boy’s insane?*”
* The Rolling Stones, “It’s Only Rock ’n’ Roll (but I Like It)”