Questione di E-ducazione

La vita digitale induce comportamenti controversi, come copiare, millantare o avere identità multiple: sarà grave?

Spesso nell’universo digitale il confine tra il bene e il male è sottilissimo; a volte basta un clic del mouse per passare il segno. Chi non ha mai copiato un CD a un amico, o cliccato “Io accetto” senza leggere? E’ un mondo nuovo, con regole che si costruiscono man mano e nel quale, come in ogni rivoluzione, le cose prima si fanno e poi si teorizzano. Non ci sono ancora convenzioni sociali o leggi digitali consolidate. Quindi mentre siamo sicuri che copiare un CD e cederlo a qualcuno, anche gratuitamente, non si dovrebbe fare, c’è una zona grigia immensa.

Eccone alcuni esempi: sappiamo tutti che scrivere un libro copiandolo da altri è disonesto è deprecabile; entro certi limiti si può citare, ma non si dovrebbe esagerare. Invece in rete impazzano siti che aggregano articoli da blog o da giornali online, aggiungendo un proprio commento (a volte eccellente, altre volte meno) oppure anche no. Di cosa si tratta? E’ una abile operazione di accostamento che genera senso, o l’ennesimo casi di uso del lavoro altrui per fare traffico e soldi? E’ geniale o disonesto? Il dibattito è apertissimo, e ovviamente in rete si trova l’intero spettro, dall’elegante e smart (vedi Fleshbot o Boingboing) all’ingiustificabile, come una nota blogstar nostrana che propone contenuti altrui, con mezza riga di tristo commento, a un pubblico evidentemente pigro.

Presentarsi al meglio delle proprie possibilità è importante: trasmettere il messaggio giusto nel modo giusto, per restituire la migliore immagine possibile della propria azienda. Nella vita reale a questo c’è un limite, mentre su Internet succede di tutto: un sito ti pare di una grande azienda, con sedi in tre continenti, dipartimento di ricerca, ufficio marketing, area clienti premium e zona spedizioni; invece in realtà è un singolo che gestisce tutto da casa. Chi è costui? Uno scaltro imprenditore digitale che utilizza con efficacia le potenzialità del mezzo, o un pericoloso truffatore che imbroglia la gente sembrando la Microsoft? E questo suo proiettarsi in grande, è sintomo di pochezza come spesso nella vita reale, o invece è una dote molto attraente per i suoi potenziali clienti? Inserire dati personali falsi per aprire la casella email indomabile_puledra@hotmail.com è lecito? Un po’ sì, un po’ no: cliccando io accetto si giura che i dati inseriti sono veritieri, quindi è male. Però poi se Hotmail vuole davvero sapere chi sei può scoprirlo immediatamente. Quindi in fondo mentire è solo un modo per proteggersi da abusi di ogni genere: necessario, nel 2006. La questione invece si fa complessa se indomabile_puledra in realtà è un ragioniere di Vimercate. Può farlo? E’ eticamente accettabile avere diverse identità elettroniche anche di sessi diversi? E come dovrebbe comportarsi indomabile_puledra in una chat line? Dovrebbe avere l’obbligo di dichiarare il suo sesso biologico? Per onestà verrebbe da pensare di sì. Però resta il dubbio: e se le chat, almeno quelle esplicitamente sessuali, avessero una relazione non lineare con la realtà? In fondo a essere oggetto di dialogo sono le fantasie erotiche, un’area nella quale il confine tra desiderio e sogno, realtà e fantasia, è molto incerto. E allora perché indomabile_puledra dovrebbe avere il dovere di dichiararsi come Gaetano?

Siamo quindi tutti in attesa di abituarci a questo nuovo modo di comunicare, e che si formalizzino delle convenzioni di comportamento. Nel frattempo vale tutto, ed è un po’ un Far West comunicativo. Godiamocelo, finché possiamo, almeno nei suoi lati positivi: rimixando contenuti altrui, che può essere un’arte sublime, giocando con le nostre identità (senza fare danni) e imparando che in rete tra forma e sostanza può esserci un gap immenso, nel bene e nel male. Certo, dà da pensare; soprattutto se ieri sera indomabile_puledra vi ha fatto passare un’oretta proprio piacevole in chat.