Leggo su Repubblica una dichiarazione di Luciano Ligabue fatta nel giorno del suo cinquantesimo compleanno (che io ho festeggiato lo scorso settembre): “Resto un diciottenne in un corpo sbagliato. Sono un “diversamente” giovane.” Siccome trovo questa sua affermazione molto interessante, vorrei aprire il dibattito: “Cosa significa invecchiare essendo gente Rock’n’roll? Si può essere sessantenni in un corpo normale, e quindi maturi o perfino vecchi, mantenendo un grado di rockismo, o bisogna tingersi i capelli per essere credibili?” Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano Vasco o Pelù (che sta per arrivarci anche lui), ma pure i collaboratori di Rumore (alcuni dei quali più o meno miei coetanei), e naturalmente voi: vi fa impressione un rocker coi capelli bianchi?
La frase di Liga rivela un intenso disagio. Infatti a proposito dei suoi 50 usa definizioni assai forti, che rimandano da un lato alla transessualità (il “corpo sbagliato” di solito riguarda il genere sessuale) e dall’altro addirittura alla disabilità: “diversamente” si usa per cose tipo camminare, vederci, ecc. L’intensa infelicità di queste espressioni, e dello stato d’animo che riflettono, fa pensare. Iniziamo dalla seconda: in che modo un over 50 (o anche 40, se è per questo) è diverso da un giovane? Beh, certamente il corpo cambia molto, e aderire a certi canoni estetici diventa difficile, se non impossibile. Da Elvis coi chiapponi mezzi fuori per via della ciccia che gli strabordava dai pantaloni attillatissimi, fino a Gene Simmons dei Kiss, pure lui sovrappeso e fuori forma, inguainato dentro la tutina d’ordinanza, sappiamo tutti cosa vuol dire invecchiare senza esserne consapevoli: non si sa se fai più ridere o più pena. Poi c’è un’altra ipotesi: che Luciano abbia una mente da diciottenne – cazzona, immatura e svagata – in un corpo anziano. Ma mi sembra un’idea talmente terribile che non voglio nemmeno ipotizzarla, perché un conto è discutere le sue idee, tutto un altro è mancargli di rispetto. E non posso pensare che il Liga se lo sia mancato da sé.
Poi ci sono i maturi resistenti, quelli che non si rassegnano – in qualche modo rappresentati dalla metafora transessuale. Costoro non accettano il loro destino di invecchianti ma combattono quel maledetto corpo sbagliato: palestra, lettini, trattamenti ringiovanenti, diete surreali. Peggio ancora: se ci si pensa bene, l’equivalente delle operazioni di cambio di sesso sono le operazioni per il cambio di età. Quindi se Luciano volesse ricongiungersi a un corpo che sente più suo, oltre a tingersi i capelli dovrebbe fare come ha fatto Berlusconi, che era chiaramente un “diversamente” senza pappagorgia, o la Ventura, altro ovvio caso di “diversamente” giovane. Cosa dire poi di La Russa, ministro della difesa dalla ricrescita, in perenne guerra (persa quasi sempre) con quella del suo pizzetto artificialmente corvino? E vogliamo dimenticare Emilio Fede, evidentemente prigioniero di borse sotto gli occhi che lui non sentiva sue, e che non lo rappresentavano?
Quindi il povero Luciano si aggiunge a una schiera foltissima di transessuali dell’età, di handicappati del tempo: il ringiovanimento è uno dei grandi business del XXI secolo, e non c’è niente di strano nelle idee di Liga. Rincuora, e fa piacere, sapere che esistono altre vie alla terza età R’n’r: da Keith Richards che espone con orgoglio la sua geografia di rughe, nonché l’artrosi alle mani (nella foto), a Bob Dylan che diventa ogni anno più bello, fino a Leonard Cohen, Michael Stipe, Patti Smith – tutti invecchiati, tutti stupendi, forse perfino meglio della versione ventenne, e tutti molto R’n’r. Vorrei chiudere ricordando un grandissimo minore, Ian Dury, che coi suoi Blockheads ci ha fatto sognare negli anni ’80, per me altrimenti noiosissimi. Dury quando ha raggiunto la notorietà era quasi quarantenne e camminava con le stampelle. Questo però non gli ha mai impedito di essere meravigliosamente, furiosamente, perfettamente, definitivamente Rock’n’roll.
Caro Sergio, stavolta il tuo articolo mi entusiasma e mi fa credere ancora nelle mie idee che ho difeso sempre e che “qualcuno” mi ha legato… Tu sai che io di anni ne ho fatti 51 a maggio scorso…. Ho la fortuna (come mi dicono in tanti) di “portarmeli bene”… ma sono certa che se non avessi avuto questa fortuna, “dentro” sarei stata comunque come sono! L’invecchiare “naturalmente” è una cosa che, purtroppo, oggi non esiste più…. si vive di apparenza… e in molti dimenticano che la cosa più importante è come ci si sente dentro…. Io mi sto riprendendo i momenti più belli della mia vita (seppur con piccole cose, come ascoltare la musica che mi/ci piaceva), continuando ad invecchiare come madre natura ha deciso per me…
Hai nominato Ian Dury… lui era disabile sul serio… ma, malgrado ciò, ha lasciato un segno che un “normale” come il Liga e gli altri “rifatti” di questo secolo non riusciranno mai a lasciare…. così come Patti Smith, Keith Richards, ecc. ecc.
A presto!