Non so voi, ma io sono profondamente affascinato dai Robot. Sarà che ho visto 2001 Odissea nello Spazio da piccolo, o che ho scoperto i Kraftwerk più o meno nel loro periodo Robot, ma l’idea dell’umanoide meccanico mi piace, e vorrei potermi permettere di averne uno, magari perfino utile ma non necessariamente. Anche un C1-P8 seduto sul divano che ogni tanto dice delle frasi di Lemmy basterebbe a allietarmi: sono un ragazzo semplice. Una veloce ricerca in rete mi apre un mondo; immaginavo che ci fossero svariati produttori di Robot ma non pensavo così tanti: sono centinaia di aziende che, ecco un’altra parziale sorpresa, non cercano affatto di riprodurre degli umani in versione meccanica. Invece, molto più intelligentemente, assemblano tecnologie già esistenti e collaudate dentro degli animali meccanici per niente antropomorfi, con scarsissima intelligenza ma in grado di svolgere (a volte bene, altre meno) delle mansioni. Quali?
La prima grande suddivisione è tra Robot per uso domestico o professionale. Il primo gruppo è naturalmente capitanato da una tecnologia ormai nota e popolare: quelli che puliscono, volendo anche incessantemente, un ambiente. Ce n’è di due generi, a acqua e aspiranti, e mi sembrano sicuramente il futuro delle pulizie. Meno ovvio è il settore della cura degli animali, dove spiccano una lettiera robotica che cambia la sabbietta automaticamente “senza rischi per il gatto” ($ 330) e l’Auto Pet Feeder, in grado di nutrirlo per ben otto giorni ($ 79): ideali per proprietari sbadati (sempre per loro è disponibile Smart Chime, suoneria con pulsante per cani i quali, una volta addestrati, dovrebbero premerlo ogni volta che devono fare i bisogni: mi pare un po’ troppo). Poi naturalmente ci sono i Robot da guardia che, per una questione “anatomica”, sono accomunati a quelli da compagnia. Ambedue infatti sono dotati delle stesse tecnologie: movimento, telecamera, microfono, connessione internet, comandi vocali e sensori di movimento. Defunto nel 2006 lo storico cane Aibo della Sony, tra i più graziosi c’è Meccano Spykee WIFI Spy Robot, alto 30 centimetri, si muove su cingoli e, oltre a spiare e farvi compagnia (per esempio leggendovi qualcosa), fa anche da telefono VOIP, luce d’emergenza e stereo mp3. Quando nota qualcosa di insolito può avvisarvi via sms o email ($ 315, 210 pezzi da assemblare).
E poi c’è Nabaztag: “Un Coniglio collegato a Internet che parla, cambia colore e muove le orecchie per tenervi aggiornati su tutto quello che succede sul Web, in tempo reale. Un Coniglio che sa cantare, ballare e leggervi i messaggi degli amici. Ci si può parlare, dargli ordini e fargli recapitare messaggi a altre persone. Un Coniglio che riconosce gli oggetti intorno a voi e agisce di conseguenza.” ($ 135)
Tra i Robot professionali un settore assai florido è quello della difesa. Qui la Ferrari si chiama SuperDroid HD2 SWAT ($ 30.239): oltre a tutte le solite dotazioni è anfibio, indistruttibile, in grado di sollevare fino a 10 chili – e forse richiede il porto d’armi. Ci sono poi i Robot per la sorveglianza (che cambiano giro ogni volta per non farsi fregare) e la tele-presenza, che consentono di interagire con un luogo diverso tramite un avatar, come il buffo pupazzoide Jazz ($ 10.000, nella foto). Naturalmente se ne può fare un uso interessante (come partecipare a delle riunioni a distanza) o ripugnante: c’è chi lo usa per controllare l’efficienza degli operai nelle fabbriche. Quando ce ne sono ancora di operai: in molte fabbriche sono stati sostituiti da Robot (che spero siano almeno in grado di sorvegliarsi da soli).
Insomma i Robot della nostra quotidianità non assomigliano ancora a quelli che ci avevano promesso. Non a Hal 9000, ne’ a C1-P8 o a R2-D2, che sapeva perfino proiettare ologrammi e integrarsi nelle astronavi. Il nostro robot quotidiano invece sembra una padella rovesciata senza manico, un bisonte meccanico e idiota che pascola in soggiorno riempiendosi di polvere e pelucchi. Ma ci sono speranze.