Voglio tutto

Le fesserie sono come l’effetto di eco nella musica elettronica; fino ad un certo punto è gradevole, ma se si esagera l’eco innesca, e si ha quell’effetto per cui si amplifica ad ogni ripetizione, fino a diventare insopportabile ed eventualmente a sfondarvi le casse e i timpani. Una fesseria ripetuta tre volte è trascurabile; ma se la stessa fesseria la ripetono molte persone per molte volte succede l’innesco, e una cazzatella diventa tonante e insopportabile. Queste sparate sono spesso il parto di persone “autorevoli”, di “addetti ai lavori”, della televisione (e i media in genere, incluso questo) e di altre categorie che hanno il vizio di dare aria ai denti.

La sciocchezza di cui voglio parlarvi stavolta si può riassumere in questa frase: “L’mp3 è il futuro della musica”. Con alcune varianti questa frase l’abbiamo sentita tutti, e qualcuno di noi l’ha perfino pronunciata. Siccome questo è proprio il mio campo specifico, mi piacerebbe chiarire questa questione una volta per sempre.

L’mp3 è un algoritmo di compressione, creato allo scopo di rendere un file audio adatto alla circuitazione con la poca banda attualmente disponibile in rete; la compressione, come dice la parola stessa, riduce all’osso la quantità di informazioni contenute in un documento. Il rapporto è di circa 1 a 10. Quindi se un file audio di 4 minuti pesa 40 mega, compresso in mp3 ne peserà solo 4. La cosa sorprendente non è quindi quanto suoni bene un mp3, bensì quanto continui a funzionare anche dopo la compressione. Perché la compressione leva qualcosa (un bel po’: circa il 90% delle informazioni) che poi viene reintegrato (desumendolo dal poco che ci resta) dal vostro mp3 player – che utilizza questo sorprendente sistema, appunto l’mp3. Basta il buon senso per capire che se leva qualcosa, l’mp3 non suonerà mai bene come l’originale. Andrebbe contro la logica, no?

E c’è di più. Quando fu introdotto il cd si decise una certa qualità standard e tutti i compact da allora sono stati stampati in quel formato, non eccelso. Quella scelta fu un compromesso dell’industria per farci stare dentro più musica. Ecco perché il vinile suona meglio: ci sono più informazioni, eliminate dal cd perché “inutili” (e invece utilissime, anche se non udibili, proprio per dare ai suoni quella pasta che il cd non ha). E infatti da qualche anno si parla di super cd stampati con una qualità più alta. Una proposta assai sensata, che però piace da impazzire all’industria discografica per una ragione immonda: potrebbero ristampare tutto di nuovo e venderci London Calling (Joe Strummer Rip) per la terza volta.

In questa situazione qualche morto di sonno continua a ripetere (e magari perfino a pensare) che il futuro della musica sia l’mp3. Tra questi ci sono le majors, che dopo un sonno profondo e un risveglio doloroso hanno messo in campo la loro innovativa proposta: siti sonnolenti (pressplay.com e musicnet.com: visitare per credere), inutili (con la banda larga e il peer to peer gratis) e pieni di… ma è ovvio: di mp3 a pagamento, il futuro della musica.

Propongo invece di sparare più in alto. Altro che mp3, io voglio TUTTO. Voglio un prodotto dalla qualità sorprendente, che suoni meglio del cd. Lo voglio corredato di informazioni, videoclip, immagini ed altro artwork collegato alla musica. Voglio poterne comperare (come sapete sono contrario alla musica gratis) una parte a mia scelta e voglio poterne avere un assaggio funzionale e gratuito prima dell’acquisto – per esempio un mp3. Voglio aggiornamenti continui, remix, nuove release e eventi che integrino nel tempo la mia esperienza di fruitore, e ovviamente un contatto diretto con le persone coinvolte. Sparo troppo alto? Non mi pare; ognuna delle cose che ho detto è realizzabile. Basterebbe volerlo e farlo, invece di scaldare la sedia di una discografica, vendere la solita merda – stavolta pure illegibile dal mio pc – a € 20.60 e parlare a vanvera dell’mp3 mentre il mercato della musica va a rotoli. Cambia il mondo, e la tecnologia dovrebbe migliorarlo. Perché mai alla musica dovrebbe andare peggio?