Nel grande, complesso e sostanzialmente inutile* dibattito sul Gender in Italia c’è un grande assente, pur essendo presentissimo: Amadeus. Uomo sulla cui natura mi interrogo da qualche anno. Non sul suo orientamento, informazione che non mi interessa davvero mai (si dichiara etero, sposato con figli, brandisce la moglie come una clava), ma sulla sua natura sessuale sociale. Ama in Tv è completamente asessuato, interamente, inesorabilmente. Dalle gambette storte che esibisce con fierezza al suo gesticolare, la postura: niente nel modo in cui si presenta suggerisce una qualche forma di comunicazione sessuata, non esplicita né latente. Questo ha alcuni aspetti molto gradevoli: non broccola le donne, non fa doppi sensi, non guarda dove non dovrebbe, insomma è un modello di maschio assai poco italico. Negli “scherzi” (le scenette concordate assai imbarazzanti nelle quali finge di sorprendersi) è sempre la vittima, non sfotte mai, non fa battute, il suo corpo si ingoffisce, si contorce nel disperato tentativo di apparire innocuo e spuntato. Nei duetti con Fiorello è sempre il più debole, quello ridicolo, sottoposto. Questa pare essere la natura anche di altri conduttori italiani, uno su tutti Fabio Fazio, che della mollezza e del pigliar ceffoni (da quella che fa il piagnisteo nel suo programma) ha fatto una poetica. Ma Ama è oltre. Hanno ragione le destre: televisivamente parlando Amadeus è la A di LGBTQIA+. Per fortuna l’anno prossimo si cambia, il festival sarà condotto da Tommaso Foti (attualmente il mio politico preferito), finalmente tornernno Zarrillo, Rosanna Fratello e Claudio Villa. Come dite? È morto? Quindi ha almeno una cosa in comune con Foti.
* inutile per via di un semplice fatto: si cerca di spiegare dei concetti antichi e ben noti a degli ignoranti fieri di esserlo, e non se ne uscirà mai.